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Sanità: il 19 ottobre la Fp Cgil scende in piazza per la dignità dei contratti e il diritto alla salute

Fp Cgil: "Il governo impoverisce i servizi pubblici, non aumenta i salari e privatizza la sanità"

Sanità: il 19 ottobre la Fp Cgil scende in piazza per la dignità dei contratti e il diritto alla salute
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La FP CGIL scende in piazza per chiedere ridare dignità, tutele e diritti ai lavoratori, oltre ai rinnovi contrattuali, un adeguamento retributivo per tutto il personale sanitario e amministrativo, un piano assunzioni in grado di garantire una qualità di assistenza e cura del cittadino.

In piazza per il diritto alla salute

Il 19 ottobre la FP CGIL ha deciso di scendere a Roma in una manifestazione nazionale per riaffermare con forza la difesa del lavoro, del salario, della salute e dei diritti di tutti i lavoratori nella sanità pubblica e chiedere al Governo risposte chiare per un vero cambiamento nelle scelte politiche sanitarie del nostro Paese.

Secondo il sindacato, infatti, è necessario intervenire con misure strutturali, oltre adeguate risorse economiche, per non rischiare di "mettere in crisi non solo la sanità pubblica ma tutto il sistema di welfare e il diritto alla salute di tutti i cittadini".

La nota della Fp Cgil Alessandria

Stando al rapporto presentato al senato dalla Fondazione Gimbe, la spesa sanitaria in rapporto al PIL è in continua diminuzione, passando dal 6,3% previsto per il biennio 2024-2025, al 6,2% per il 2026-2027. Oltre ai tagli, si registra una crescente privatizzazione di ampi segmenti della sanità pubblica, con ripercussioni devastanti per i cittadini che non possono pagarsi cure e prestazioni dove la spesa sanitaria nel 2023 ha visto un incremento del 10,3% per le tasche delle famiglie. Questa fotografia conferma che la sanità non è più un diritto garantito a tutti, ma sta diventando un privilegio per chi può permettersi di pagare prestazioni private.

Le scelte politiche "sbagliate" degli ultimi decenni, hanno minato alla radice il rispetto dei principi fondanti del SSN, quali l'universalità, l'uguaglianza e l'equità. Siamo di fronte al rischio concreto di perdere un sistema sanitario che sino a poco tempo era uno dei migliori al mondo.

Inoltre, le stime del Def fanno capire che la sanità pubblica è sull’orlo del baratro, scivolando da un servizio basato sulla tutela di un diritto costituzionale, a 21 sistemi regionali basati sul libero mercato. Ma per il nostro Presidente del consiglio Meloni le priorità sono altre.!

A parole questo governo promette ma nei fatti si assiste a un default programmato e ben definito dei servizi dove uno dei punti più critici riguarda in particolare modo il personale sanitario, che da anni è sottoposto a condizioni di lavoro massacranti a seguito di mancate assunzioni con un boom di personale precario, dove gli stipendi risultano essere tra i più bassi d'Europa con un rapporto tra medici, infermieri e pazienti al di sotto della media OCSE.

Mancano 70 mila infermieri, 80 mila operatori socio sanitari, 30 mila medici ospedalieri, oltre 3 mila medici di famiglia. La situazione del personale è talmente critica che si rischia di raggiungere un punto di non ritorno, in cui la carenza strutturale di lavoratori qualificati avrà conseguenze irreversibili per la qualità dei servizi offerti ai cittadini. A tutto ciò si aggiunge la perdita di migliaia di unità di personale per pensionamenti, licenziamenti e dimissioni.

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