Preso il terrore delle banche di Torino: rapine con la macchina di mamma
TORINO - Tradito dai segni particolari: era mancino, sguardo spiritato e utilizzava una busta di plastica per nascondere i soldi.
Da mesi terrorizzava banche, farmacie e uffici postali di Torino: otto è riuscito a rapinarli tra maggio e settembre e solo un colpo gli è andato a vuoto.
La lunga serie si è fermata venerdì scorso, dopo l’ennesima rapina all’Unicredit di Largo Toscana. Il giorno dopo, l’arresto.
Un’indagine che gli inquirenti hanno praticamente condotto grazie alle testimonianze delle persone che quell’uomo lo hanno descritto nei minimi particolari: mancino, sguardo spiritato e con una busta di plastica verde in mano. Le telecamere di videosorveglianza e un’impronta lasciata dal malvivente in un istituto di credito, hanno poi fatto il resto.
In manette è finito Ferdinando Magnasco, 43 anni, definito uomo violento. Per affermare il suo potere durante i colpi, si serviva anche di una pistola a tamburo, risultata poi scenica e sprovvista del tappo rosso.
La busta di plastica gli serviva per raccogliere il denaro che si portava via, dopo avere minacciato i presenti con l’arma da fuoco.
Il 27 settembre, dopo la rapina all’Unicredit, i carabinieri del nucleo investigativo di Torino lo hanno catturato. A casa sua gli inquirenti hanno ritrovato sia l’arma che i vestiti e quel sacchetto di nylon verde dal quale sembra non volesse staccarsi.
Il rituale di Magnasco era sempre lo stesso: con l’auto della madre faceva dapprima un sopralluogo e il giorno dopo, studiati i particolari durante la notte, agiva.
Indagini sono in corso per stabilire se ci siano collegamenti con altre rapine avvenute nella zona presa di mira dal 43enne