Il governo prende tempo sul green pass a scuola. In discussione la prossima settimana

Pubblicato:

Se le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella risuonano a gran voce a sostegno del vaccino, che “è un dovere e non limita la libertà”, il governo prende però tempo sulla decisione relativa all’eventuale obbligo vaccinale a scuola, rimandando la discussione alla prossima settimana, così come potrebbe essere rimandata pure la presentazione del Piano Scuola, con le linee guida operative per la ripartenza a settembre, che il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi deve consegnare alle Regioni.

Eppure c’è chi scalpita, come il Piemonte, che ha pronto il suo piano scuola regionale, che vuol far leva sui vaccini e sul tracciamento dei contagi, mettendo in atto screening mensili su base volontaria, test molecolare di conferma e screening gratuito quindicinale del personale scolastico. Il tutto nell’ottica di favorire il mantenimento della didattica in presenza, perché – come ha sottolineato il presidente Mattarella –, rivolgendosi a famiglie e insegnanti, “tutti debbono avvertire la responsabilità e il dovere di garantire, ciascuno per la propria parte, il regolare andamento del prossimo anno scolastico, una priorità assoluta”.

L’opera di sensibilizzazione guarda verso la fascia di studenti tra i 12 ed i 19 anni, che il governo auspica vaccinato almeno con la prima dose entro la metà di settembre. In Italia ci sono 4.627.514 ragazzi rientranti in questa fascia d’età e la vaccinazione per questi soggetti è partita a giugno, raggiungendo ad oggi 1.381.383 persone con la prima dose e 683.283 con la seconda o monodose.

Va altresì ricordato che il consenso per l’inoculazione agli under18 spetta ai genitori, ma i minori possono fare ricorso. Casi rari, ma è già successo, come per il 17enne fiorentino con i genitori No Vax che è invece ricorso a strumenti legali, rivolgendosi ad un giudice.

Per quanto riguarda il personale scolastico, la media di chi ha già aderito alla campagna vaccinale è molto alta, pari all’87%: numeri virtuosi, ma la regione punta a raggiungere il 90% di vaccinati sulla platea potenziale entro la metà di settembre e se si supererà quest’obiettivo tanto meglio. Non si sa se questo allontanerà il tanto discusso green pass per tornare a scuola o il nodo dell’obbligo vaccinale, ancora nel limbo per questo comparto. Certo è che bisognerà fare quanto di più efficace per evitare la didattica a distanza, rivelatasi disastrosa a lungo termine.

Anche in provincia di Alessandria (dove la diffidenza è stata ampliamente superata da una percentuale di adesioni vaccinali in linea coi dati regionali) la discussione è aperta e lunedì prossimo si terrà un incontro tra Ufficio scolastico provinciale e sindacati proprio per mettere sul tavolo le tante incognite che attendono, al rientro, docenti e studenti.

Perché se, in attesa di altre indicazioni dal governo, il Piemonte si è organizzato prevedendo – oltre ai parametri di sicurezza e distanziamento già indicati dal Cts - screening quindicinali gratuiti e volontari per il personale, resta il problema dei trasporti ancora irrisolti, così come – sottolineano i sindacati – quelli legati a spazi carenti e ad organici insufficienti a sdoppiare le classi. E ancora, nell’ottica di dare a tutti l’opportunità di vivere il prossimo anno scolastico con serenità, in Piemonte si procederà ad uno screening di massa, sempre su base volontaria e prima dello squillo della campanella, per gli alunni di elementari e medie.

Seguici sui nostri canali