Don Roberto Repole nuovo arcivescovo di Torino, il discorso di benvenuto del sindaco Lo Russo
TORINO - Le parole di benvenuto del sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo, al neo arcivescovo della città, monsignor Roberto Repole.
"A nome di tutta la comunità torinese le porgo il più sentito e partecipe benvenuto.
Vorrei iniziare questo mio intervento con il sincero ringraziamento a monsignor Nosiglia. Tutta la comunità torinese la ringrazia. Lei ha condotto – per oltre un decennio - il suo servizio pastorale in un periodo particolarmente difficile, ma lo ha sempre svolto con passione, autorevolezza e grande senso civico. Ricordandoci sempre che il lavoro è alla base della dignità della persona e che solo nell’unità, nella riduzione delle diseguaglianze e nella coesione sociale della nostra città è possibile trovare la strada.
Sono stati insegnamenti preziosi, che non dimenticheremo.
Grazie.
Don Roberto, Torino è una città che lei conosce bene, non solo perché ci è nato, ma perché qui ha compiuto le scelte fondamentali della sua vita, che l’hanno portata oggi alla più alta responsabilità pastorale per questo territorio.
Torino è una grande comunità, generosa e partecipe, come lei sa bene, nella quale si sviluppano le vite e le attese di tanti giovani – magari venuti qui per studiare o cercare lavoro – di donne e uomini e di nuovi torinesi. È nell’essenza stessa di Toirno. Accogliere per includere.
E’ indubbiamente una comunità che ha sofferto -più di altre - gli effetti devastanti della pandemia e della crisi economica e sociale. Una città dove spesso le aspirazioni delle famiglie sono caratterizzate dalla costante preoccupazione per il futuro dei propri figli. Dove sono numerose le giuste rivendicazioni di chi un lavoro non ce l’ha o lo ha perso. Le preoccupazioni di chi ha dovuto chiudere la propria attività. Torino in questo lungo periodo ha vissuto – e vive tuttora - tutte le ansie di un territorio fragile. In questa situazione difficile la Città e la Diocesi hanno sempre lavorato insieme per dare supporto a chi rimane indietro o si trova in uno stato di difficoltà. Ora dobbiamo – tutti insieme –gettare nuovi solide basi su cui costruire il futuro. Basi ancora più solide, che non dimentichino di mettere al centro la solidarietà, la giustizia sociale, il lavoro e la capacità di generarlo. Un’economia solida, florida, giusta.
Abbiamo un lungo cammino da compiere, sfide importanti da affrontare. Oa oggi saremo impegnati a farlo avendo come importante riferimento la Sua presenza. Viviamo un periodo di transizione, sbaglieremmo a guardare al passato con nostalgia, pensiamo invece al futuro con lo spirito e l’impegno dei costruttori. Di chi si fa carico di contribuire col proprio esempio e lavoro. Tutto questo contribuisce a comporre una società più coesa e solidale.
Tra gli impegni più gravosi che ci siamo assunti vi è proprio quello della ricucitura sociale, ridurre quel senso di solitudine che ancora troppe persone avvertono. Questo è il principale compito che condivideremo, ognuno nei propri ambiti. Noi saremo sempre aperti al confronto e al supporto.
Dobbiamo stare sul campo per rendere credibile un nuovo modello sociale: partecipativo e solidale. Dobbiamo rimanere fedeli al dovere di rimuovere le cause delle crescenti disuguaglianze sociali e di correggerne le manifestazioni più gravi, anche in funzione di garantire a tutte e tutti l’effettivo esercizio dei diritti sociali.
Certamente, Eccellenza, la sua formazione, il suo impegno teologico ci offrirà nuovi orizzonti della conoscenza che di sicuro saranno molto utili alla nostra comunità. Con questo spirito consideri, tutti i torinesi, come un pezzo della sua nuova famiglia. Con gioia Le apriamo i nostri cuori, speranzosi e fiduciosi che la grande tradizione di amore e rispetto tra Torino e il suo Vescovo si rinnovi con un ulteriore slancio. Ho già sentito nei giorni scorsi don Repole, sono rimasto particolarmente colpito dalla Sua semplicità, dalla Sua naturale schiettezza, dalla Sua determinazione e dal tratto appassionato e innovativo che - ne sono certo- caratterizzerà la Sua nuova esperienza pastorale. Ma, soprattutto, ho avuto modo di constatare in città l’affetto e la grande fiducia che La circondano e quel peculiare entusiasmo trasmessa non solo ai fedeli. Abbiamo speranza e fiducia che, dall’alto del Suo magistero spirituale, saprà trasmettere questi ed altri impulsi positivi a noi tutti, soprattutto a noi uomini e donne delle istituzioni.
Qualora lo ritenga opportuno ci riprenda Eccellenza, mi riprenda, qualora avesse l'impressione che l’Amministrazione stia compiendo scelte sbagliate. Per me il confronto rappresenta un modello fondamentale. Solo così possiamo migliorare quello che facciamo, ma soprattutto la nostra Città.
Le donne e gli uomini di Torino, gli anziani, i bambini, i giovani, noi tutti qui presenti abbiamo bisogno, oltre che di scelte coraggiose e sane politiche nell'interesse generale, di esempi positivi e di riferimenti sicuri. Da oggi avremo anche il Suo. Dobbiamo riportare speranza, fiducia, proprio lì dove si è persa: nei quartieri più difficili, dove si concentrano le marginalità e cercare di portare quel necessario conforto dove la speranza vacilla.
Abbiamo il compito di garantire a tutti più benessere e prosperità, abbiamo fiducia che, con il Suo aiuto, questo compito lo affronteremo al meglio.
Infine, Eccellenza, le porgo il più caloroso – e meno formale possibile - abbraccio della comunità torinese.
Ben arrivato!"