Sigle sindacali alessandrine a Roma per ex Ilva

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ROMA - Le sigle sindacali alessandrine volano Roma per la spinosa questione Arcelor Mittal (ex Ilva). Indice puntato contro governo.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

I segretari provinciali di categoria sono volati da Alessandria a Roma stamane per chiedere, insieme ai loro nazionali, che venga risolta una situazione definita da tutti inaccettabile. Inaccettabile e offensiva, come il modo da parte di ArcelorMittal di comunicare ai suoi dipendenti, in una nota scritta, la volontà di ritirarsi dall’acquisto delle acciaierie ex Ilva di Taranto e di alcune controllate, acquisite secondo l’accordo chiuso lo scorso 31 ottobre. Ignorati i sindacati, la notizia è stata in seguito diffusa tra le assemblee dei lavoratori. Una bomba sociale, che potrebbe deflagrare su oltre 10.000 posti di lavoro, di cui quasi 700 a Novi Ligure. E se Confindustria ha parlato – attraverso il suo direttore generale Marcella Panucci – di scelte irragionevoli e non meditate nella gestione del dossier Ilva, il governo, nella persona del premier Giuseppe Conte dopo il vertice urgente convocato ieri sera a palazzo Chigi, ha ribadito che “la questione Ilva ha massima priorità. L’incontro tra Governo e ArcelorMittal, che avrebbe dovuto tenersi questo pomeriggio, è stato rimandato dal Consiglio dei Ministri a domani, a causa delle spaccature emerse nella maggioranza. Nodo del contendere è lo scudo penale inserito nel provvedimento Salva-Imprese, il cui stop giustificherebbe – secondo il gruppo angloindiano il passo indietro. Il colosso ha notificato ai commissari straordinari dell’azienda la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto, il cui adempimento viene invece richiamato a gran voce dai sindacati che si scagliano anche contro il governo, reo – sempre secondo le sigle sindacali - di aver tenuto un comportamento contradditorio, dando all’azienda l’alibi per arrivare a questa decisione. Di fatto ArcelorMittal sarebbe diventata proprietaria a tutti gli effetti dal 1° maggio 2021 e, tra le varie ipotesi, ci poteva aspettare un colpo di coda, come purtroppo è accaduto. Il governo ha tolto l’immunità dello scudo penale e ora la palla passa ai commissari straordinari, cui è stato chiesto di assumere le responsabilità delle attività e dei dipendenti entro 30 giorni. Bagarre politica a parte, che vede i vari schieramenti puntare l’indice sul governo targato M5s e Pd che ha messo mano allo scudo penale e che, ad oggi, non è in grado di fornire una ricetta salvifica per i posti di lavoro in bilico, la preoccupazione reale per i dipendenti ex Ilva coincide con il sentirsi in balia di non si sa ancora quale futuro. A Novi Ligure, dove è ormai mentalmente superato lo scoglio legato al problema della cassa integrazione per 400 dei 681 dipendenti a causa (anche dell’ultima ondata di maltempo), la testa continua ad arrovellarsi su quello che potrebbe tramutarsi in un autentico disastro industriale. Anche a Genova, dove si trova un altro stabilimento ex Ilva a Cornigliano, ci si è detti pronti a mobilitarsi contro il governo.

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