Funzionari Mise alla Pernigotti, la cassa sarà rinnovata?
NOVI LIGURE - Passerà da una relazione ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico la possibilità di prolungamento di 12 mesi della cassa integrazione per i lavoratori della Pernigotti, in scadenza il 30 giugno.
Nelle scorse ore, i funzionari hanno fatto visita alla fabbrica novese per fare il punto della situazione. Sindacati e dipendenti sono ora in attesa della comunicazione da Roma. “Lo scenario che si apre è catastrofico, perché a brevissimo scade la cassa e il primo luglio i lavoratori dovrebbero rientrare a lavorare - spiega Raffaele Benedetto, segretario provinciale Flai Cgil -. Se il Mise dovesse evidenziare l’assenza di investimenti e revocare quindi gli ammortizzatori, verrebbero revocati anche i contributi. Noi in quel caso chiederemmo alla proprietà il pagamento dello stipendio pieno”.
Negli scorsi giorni, i Toksoz hanno intanto nominato un nuovo amministratore delegato. “Come mai una realtà vicina a una scadenza così importante nomina una nuova figura? C’è qualcosa che non sappiamo - prosegue -. I turchi dicono di aver investito 100 milioni di euro, ma se così fosse saremmo il fiore all’occhiello della città. Il cioccolato Pernigotti intanto è sparito dagli scaffali di piccola, media e grande distribuzione. Per quanto riguarda le creme spalmabili, ci risulta le producano ancora in Turchia. Quando avevamo firmato l’accordo 2021 si diceva tornassero in Italia e quindi è per quella ragione che accettammo convintamente il piano di riorganizzazione dell’epoca. Nel frattempo, rispetto agli ammortizzatori ora in essere, la proprietà si era presa impegni che non ha rispettato tra formazione, rotazione dei dipendenti e investimenti”.
La Witor’s ha intanto pubblicato una nota ufficiale, nella quale spiega le ragioni della cessazione delle trattative per l’acquisizione del marchio. “Malgrado costruttive interazioni avute presso il Mise nel mese di maggio, con la presenza delle istituzioni locali e regionali, non è stata attivata, nonostante la disponibilità di Witor’s, una ulteriore fase di confronto con le organizzazioni sindacali - si legge nel comunicato -. Witor’s continua a ritenere la propria proposta, che prevede l’impiego progressivo della quasi totalità del personale operaio, la ricerca di un nuovo sito produttivo con i relativi investimenti connessi, il rientro in Italia della produzione delle creme spalmabili, una strada concreta per il rilancio in Italia e nel mondo del marchio Pernigotti”.
Considerazione alle quali le parti sociali replicano con fermezza. “Tutto ciò non è avvenuto non per nostra volontà - sottolinea Benedetto -. È una responsabilità che Pernigotti tenta di addossare a noi, ma che noi rispediamo con decisione al mittente. Avremmo dovuto iniziare una fase di negoziato con Witor’s per discutere del numero dei dipendenti, con loro che prevedevano una ripartenza con 25 persone contro la nostra richiesta di 57. Verso metà maggio, la Pernigotti ci chiama e ci comunica che i cremonesi avrebbero voluto incontrarci. Dopo aver proposto delle date, qualche giorno fa l’azienda ha riferito non a noi ma alle rsu, e nemmeno tutte quante, l’immediata interruzione delle trattative. Vorremmo che le segreterie nazionali convocassero un tavolo con Pernigotti e Witor’s per capire le motivazioni di questo stop”.