Usb Alessandria: "Abbassare le armi e alzare salari e pensioni, più servizi pubblici"

Usb Alessandria: "Abbassare le armi e alzare salari e pensioni, più servizi pubblici"
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ALESSANDRIA - Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa coordinamento alessandrino dell'Unione Sindacale di Base sulla carenza di fondi destinati ai servizi pubblici. "Abbassare le armi, alzare salari e pensioni, più servizi pubblici e tutela dell'ambiente" è l'appello lanciato dal sindacato.

Ormai si legge e si sente su tutti i media locali e nazionali che non ci sono soldi per tutto ciò che è pubblico, sanità, trasporti, scuola, soccorso tecnico urgente (vvf), pubblico impiego, pertanto la soluzione è privatizzare.

Sono anni che questa erosione di risorse economiche e umane sta andando avanti ma mai come una accelerazione da quando si è usato il pretesto del conflitto USA-NATO/FEDERAZIONE RUSSA in Ucraina. Il dato politico di una Nazione reduce dalla seconda guerra mondiale che aveva coraggiosamente votato per la Repubblica dotatasi di una Costituzione rivolta all'uguaglianza sostanziale (art.3) e ripudiando la guerra (art 11) , che disegnava uno modello di società più giusta verso le classi meno abbienti, sembra appannarsi di fronte ad un dibattito falso concretamente e menzognero : giorno dopo giorno il diluvio di news, articoli, lacche' televisivi supini al potente di turno propinano tutto fuorché la realtà. La sporcizia e', direbbe qualcuno, prima nei cuori che nelle menti…. A tutti i livelli….

Per rinascere bisogna prima morire…ed e' quello che avanza. Meno lavoro, meno servizi sanitari (Pronto soccorso, ospedali e case di riposo che chiudono), meno trasporti e chi più ne ha più ne metta. la storia ci darà il conto, nel frattempo siamo nelle mani di Caifa…

I governi destri e sinistri con la complicità dei propri sindacati continuano a mani basse ad avvantaggiare i loro "amici prenditori e speculatori" danneggiando lavoratori e cittadini scaricando su di loro i costi.

Non è possibile che mentre ci dicono che non ci sono soldi, il governo Meloni, seguendo fedelmente la strada di Draghi, continua a stanziare enormi risorse per inviare armi e addirittura si propone di scorporare la spesa militare dai vincoli di bilancio, chiudendo di fatto la porta ad una soluzione diplomatica e ad un ruolo di mediazione.

L'economia di guerra, invio armi e 2%del PIL x spese militari, sono la causa di una politica ottusa e cieca che ci sta portando verso una deriva catastrofica e all'aumento dell'impoverimento delle famiglie e perdita posti di lavoro.

Inoltre è inaccettabile che il territorio italiano sia base logistica di operazioni militari, con la base NATO di Ghedi, dove sono stoccate bombe nucleari che diventerebbero immediatamente un obiettivo sensibile in caso di guerra generalizzata.

Cambiare si può, anzi, è ora di risollevare la testa e riprendersi la propria dignità e i propri diritti. Unire le lotte dei lavoratori, precari, disoccupati, pensionati questa è la nostra “ricetta credibile”. Per questo ci battiamo per costruire un percorso di PACE a partire da: rispetto e applicazione della Costituzione Italiana, fuori la NATO dall’Italia - smantellamento della base Nato di Ghedi, stop alle spese militari e invio di armi - riconversione produttiva del comparto militare, stop caro bollette - tassare al 100% gli extra profitti delle aziende energivore.

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