Osapp: “Nuove aggressioni al personale a Torino”

Osapp: “Nuove aggressioni al personale a Torino”
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TORINO - Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato di polizia penitenziaria Osapp.

Nuove aggressioni al personale in carcere a Torino. Lo denuncia l'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria. "Nel tardo pomeriggio di ieri un gruppo di detenuti stranieri, in condizioni di evidente alterazione - riferisce l’Osapp – hanno dato alle fiamme materassi, messo a soqquadro celle, distrutto telecamere, computers e suppellettili e causato ingenti danni alla struttura imbracciando gli estintori al secondo piano del Padiglione B. Per tutelare l’incolumità fisica di tutti si è reso necessario richiamare il personale di Polizia penitenziaria libero dal servizio per coadiuvare i colleghi al momento in servizio. Solo grazie a tale intervento e dopo più di qualche ora di trattative si è potuto riprendere il controllo, evitando il peggio. Un ispettore ed un assistente, nel tentativo di ristabilire l’ordine, sono rimasti feriti ed accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, da dove sono stati dimessi con una prognosi di cinque (5) giorni ciascuno s.c.. “Il carcere è fuori controllo, il personale è stremato, alcune unità ieri hanno espletato servizio nel carcere Torinese per ben 14 ore consecutive. L’Osapp denuncia le gravi violazioni di legge nella programmazione dei turni dei servizi nel silenzio più assordante dei vertici locali, regionali e del DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria).

“Il caos e la perdita dei significati e dei necessari risultati nella detenzione scontata nelle carceri del distretto Piemonte - Liguria - Valle d'Aosta, con particolare riferimento alle carceri di Torino, di Cuneo e di Ivrea sono diventati di tale evidenza e gravità da sconsigliare persino l'allocazione di ulteriori detenuti negli istituti di pena di tale territorio - dichiara Leo Beneduci segretario generale dell'Osapp - Altrettanto drammatici e senza rimedio le condizioni di lavoro e i quotidiani rischi del personale di Polizia penitenziaria impegnato, senza organici adeguati, nella impari battaglia di contrasto alla tossicodipendenza ed alla malattia mentale interne al sistema, nonché nel crescente contrasto con gli interessi delle criminalità organizzate". "Purtroppo - conclude Beneduci - i costanti appelli alla Presidente del Consiglio Meloni, affinché si dichiari lo stato di emergenza delle carceri, sono risultati vani. Allo stato, rivolgersi alle Autorità ed agli Organi giurisdizionali europei sembra l’unico modo per dare adeguata rilevanza alle gravi carenze del sistema carcerario italiano, che sembra non tutelare coloro che garantiscono la sicurezza e l’ordine costituito in favore della collettività e la cui autorevolezza viene costantemente messa in discussione da una gestione fallimentare del sistema originata dalle incompetenza e dal disinteresse delle istituzioni e della politica ".

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