Carceri

Torino, Osapp: "Situazione al carcere minorile Ferrante Aporti drammatica"

"Detenuti minorenni dormono per terra su brandine di resina"

Torino, Osapp: "Situazione al carcere minorile Ferrante Aporti drammatica"
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TORINO - Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato di polizia penitenziaria Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria).

Torino, la denuncia dell'Osapp sulla situazione al carcere minorile Ferrante Aporti

La situazione al carcere minorile Ferrante Aporti di Torino è drammatica. A fronte di una capienza di 46 minori sono presenti oggi 56 minori: non vi è posto per dormire. La soluzione: dormi per terra su una brandina di resina da spiaggia in mezzo ad una stanza dove sono già presenti quatto/cinque detenuti. La situazione è ulteriormente accentuata dal fatto che sono distaccati da anni circa 20 unità di personale di polizia penitenziaria in ogni dove (non si sa dove) di sedi della Repubblica (non si capisce che fine abbiano fatto).

L’esiguo personale presente svolge mensilmente dalle 40 alle 50 ore di straordinario, sottoposto ad uno stress psicofisico mai registrato prima d’ora nel silenzio più assordante del Dipartimento della giustizia minorile che, pur essendo stato informato della grave situazione di Torino sembrerebbe non interessi. Al personale viene tolto quasi sistematicamente il riposo. L’Istituto per minorenni di Torino è diventato oramai il ricettacolo di detenuti facinorosi.

Il segretario generale Osapp, dott. Leo Beneduci, chiede al sottosegretario Ostellari di intervenire con la massima urgenza per accertare la situazione dei distacchi a sedi anche non istituzionali del personale con grave impoverimento delle strutture maggiormente a rischio, nonché dell'immotivato sovraffollamento nel carcere minorile di Torino, poiché l’esiguo personale di Polizia penitenziara presente è davvero stanco e stressato per gli eccessivi rischi e i massicci carichi di lavoro. Vogliamo augurarci che all’istituto penale per minorenni di Torino non accadano eventi gravi e irreparabili.

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