La maxi operazione

'Ndrangheta:14 arresti in tutta Italia. In manette anche due torinesi

Arrestati due torinesi che erano già stati coinvolti nell’inchiesta sugli appalti della Torino – Bardonecchia. Indagati anche altri due imprenditori torinesi

'Ndrangheta:14 arresti in tutta Italia. In manette anche due torinesi
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In un’operazione dei carabinieri contro l’ndrangheta calabrese, i militari hanno arrestato 14 persone tra cui due torinesi che erano già stati coinvolti nell’inchiesta sugli appalti della Torino – Bardonecchia. Indagati anche altri due imprenditori torinesi.

In manette anche due torinesi

Maxi operazione dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia, con il supporto dei militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino, per l'esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, e altri gravi reati, aggravati dalle modalità e finalità mafiose, quali estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi.

Arrestati anche due uomini a Brandizzo. Si tratta di Francesco Maiolo, 41 anni, e Giuseppe Taverniti, 47 anni. Ci sono anche quattro indagati a piede libero: un 28enne anche lui di Brandizzo, un 50enne di Orbassano, un 51enne di Nichelino e un 29enne di Rondissone.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dai Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia, ha consentito di delineare  il protrarsi, nonostante precedenti provvedimenti giudiziari, dell’operatività, nell’area delle “Preserre” vibonesi, della cosca di ‘ndrangheta ricompresa nel “locale dell’Ariola”, con proiezioni economico-criminali in Piemonte, Abruzzo, Svizzera e Germania.

La gravità indiziaria ha riguardato l’attuale assetto del sodalizio, determinatosi all’esito di un cruento scontro con altro gruppo, nell’alternanza degli equilibri criminali, anche con riti di affiliazione avvenuti durante lo stato di detenzione, dimostrando in tal modo la perseverante capacità di penetrazione della ‘ndrina all’interno degli istituti carcerari. In tale contesto, la gravità indiziaria conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato anche il triplice omicidio di mafia, commesso il 25 ottobre 2003 a Gerocarne (Vibo Valentia) e noto come 'strage dell’Ariola', inserito all’interno di una lunga faida sanguinosa tra famiglie rivali che si contendevano l’egemonia criminale sul territorio.

Nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati, attinti dalle misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, con riferimento, rispettivamente, a plurime condotte illecite di estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi, aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Contestualmente all’esecuzione della ordinanza cautelare, si è dato esecuzione a plurimi decreti di perquisizione nei confronti di ulteriori soggetti per i quali si è ipotizzato il coinvolgimento nelle vicende illecite investigate, alcuni dei quali dimoranti in altre regioni del territorio nazionale (Abruzzo e Piemonte) e taluni anche in Svizzera, procedendosi per questi ad attivare gli strumenti della cooperazione internazionale.

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