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Syensqo su indagine Greenpeace: "Studio non scientifico e associazione con Solvay fuori luogo"

La multinazionale: "Questo tipo di studio non scientifico si concentra su produzioni che sono state dismesse o non sono mai state utilizzate da Syensqo/Solvay"

Syensqo su indagine Greenpeace: "Studio non scientifico e associazione con Solvay fuori luogo"
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La risposta della multinazionale dopo quanto presentato dai rappresentanti di Greenpeace nel corso dell'incontro svoltosi davanti alla Prefettura di Alessandria.

La risposta di Syensqo

Dopo l'incontro di ieri in piazza della Libertà promosso da Greenpeace, nel corso del quale sono stati diffusi i dati di un'indagine di biomonitoraggio su 36 cittadini della Fraschetta per individuare la presenza di Pfas nel sangue, arriva la risposta della multinazionale Syensqo.

"Syensqo prende molto sul serio il tema dei PFAS. Niente è più importante della salute e della sicurezza dei nostri colleghi e delle nostre comunità locali. Siamo fermamente impegnati per un futuro più sostenibile - e l'eliminazione graduale dei tensioattivi fluorurati e i continui investimenti nelle migliori tecnologie disponibili per ridurre le emissioni nella nostra produzione ne sono la prova. - spiega la multinazionale - Questo tipo di studio non scientifico (come gli stessi autori sottolineano) si concentra su produzioni che sono state dismesse o non sono mai state utilizzate da Syensqo/Solvay. Pertanto, l'associazione fatta con Solvay/Syensqo è del tutto fuori luogo, oltre che inutilmente allarmistica".

Syensqo aggiunge di aver effettuato più di 5.000 analisi del sangue sui suoi dipendenti negli ultimi 20 anni. "I risultati sono stati condivisi in modo trasparente con i dipendenti, i sindacati e le autorità sanitarie. - aggiunge -  L'Università di Milano ha recentemente concluso che queste analisi non presentano "alcun problema particolare dal punto di vista clinico/tossicologico".

In merito alle altre indagini citate, Syensqo ha sottolineato che: "Come già rilevato a suo tempo, anche il cosiddetto “studio di Liegi" analizza un campione che non può essere considerato rappresentativo della popolazione, e riguarda il PFOA, una sostanza non più in uso a Spinetta, utilizzata da molte industrie fin dagli anni '40, diffusa nell'ambiente e che può avere molteplici fonti, tra cui l'uso di schiume antincendio. Il biomonitoraggio avviato della Regione Piemonte è in fase iniziale e i risultati divulgati non consentono alcuna valutazione ulteriore. Infine, l’attuale fermo alla produzione e utilizzo di C6O4 è dovuto ad alcune anomalie riscontrate all’interno del sito, che non hanno avuto alcun impatto all’esterno e per le quali, sotto il controllo e in accordo con gli Enti, Syensqo sta ponendo rimedio".

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