Il caso

Agente del carcere di Vercelli sottoposto a test sull'omosessualità: risarcito dal Ministero

L'Osapp: "Nei fatti un vero e proprio calvario, ad oggi mai verificatosi nella storia della Polizia penitenziaria"

Agente del carcere di Vercelli sottoposto a test sull'omosessualità: risarcito dal Ministero
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Il Ministero della Giustizia ha dovuto pagare quasi 13 mila euro di risarcimento all'agente di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Vercelli sottoposto ad un test psichiatrico in merito al suo orientamento sessuale.

Agente risarcito dal Ministero della Giustizia

La sentenza del Tar Piemonte è passata in giudicato e il Ministero della Giustizia, lo scorso 4 luglio, ha pagato a titolo di risarcimento del danno la somma di quasi 13 mila euro, comprensiva di interessi legali, all’agente di Polizia penitenziaria discriminato.
L'agente, in servizio presso la Casa Circondariale di Vercelli, aveva dovuto rispondere dapprima ad una serie di domande circa il suo orientamento sessuale, poi aveva subito un procedimento disciplinare, totalmente archiviato, e nel contempo era stato inviato per accertamenti sulla personalità presso la Commissione Medica Ospedaliera di Milano.

Per l'agente era iniziato un vero e proprio calvario, sfociato nell'isolamento subito per mesi nella sede penitenziaria di Vercelli, soprattutto durante la consumazione dei pasti presso la mensa di servizio, ed un continuo ricevere epiteti gratuiti e inopportuni riguardo il suo orientamento sessuale. L'agente si era pertanto rivolto all'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), che gli ha fornito assistenza legale e morale.

"Ben oltre il risarcimento ricevuto, permane la gravità di accuse ingiuste, anacronistiche e degne di un clima da Santa inquisizione. - commenta il sindacato - Alle tante incongruenze e incapacità constatate negli organi dell'Amministrazione, unitamente alle tante, troppe, incapacità organizzative e gestionali ed alla attuale ed assoluta inadeguatezza dell'Amministrazione, anche alla luce degli innumerevoli eventi tragici che stanno funestando le carceri, compresi i 55 suicidi nei detenuti e i 6 poliziotti penitenziari in poco più di 6 mesi, non avremmo mai ritenuto di dover aggiungere anche quello dell'omofobia".

"Ci aspettiamo adesso - conclude il sindacato - che senza ulteriori ritardi vengano assunti severi provvedimenti nei confronti dei responsabili tuttora impiegati in compiti di responsabilità e che anche i vertici politici del dicastero della Giustizia, ad oggi eccessivamente silenziosi rispetto alla triste vicenda, prendano finalmente posizione".

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