Carceri

Torino, Sappe: "Ancora sommosse e disordini al carcere Lorusso Cutugno"

"La situazione è allo sbando completo, Penitenziaria sempre più abbandonata dalle istituzioni"

Torino, Sappe: "Ancora sommosse e disordini al carcere Lorusso Cutugno"
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TORINO - Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe.

Torino, il Sappe denuncia sommosse e disordini al Lorusso Cutugno

“Ancora disordini alla Casa Circondariale di Torino nella serata di ieri, quando i detenuti ristretti nella 10^ sezione del padiglione C hanno messo in atto una manifestazione di protesta caratterizzata da urla, schiamazzi, lancio di bombolette esauste dei fornellini, lancio di frutta e frammenti di suppellettili precedentemente danneggiate.”. Lo comunica Vicente Santilli segretario nazionale SAPPe per il Piemonte. Che prosegue: “Non paghi, i ristretti hanno iniziato ad appiccare piccoli incendi nelle celle, subito spenti dal personale di Polizia Penitenziaria con estintori ed idranti. Alcuni detenuti più aggressivi e violenti, durante le operazioni di spegnimento dei focolai, hanno preso a lanciare le cose in direzione del personale intervenuto con il chiaro intento di ferire qualcuno e, purtroppo, un agente è stato colpito alla testa con una bomboletta metallica. Immediatamente il collega è stato soccorso e condotto in ospedale dove ha ricevuto le cure del caso e gli è stata suturata la profonda lesione da taglio che aveva sul capo.”

Sulla rivolta interviene anche il segretario generale del SAPPe Donato Capece che si domanda: “Non si può andare avanti così! Ma che paese è quello che dimentica in questo modo i servitori dello Stato che ogni giorno sacrificano la propria esistenza per assicurare la sicurezza di tutti?”. E aggiunge una amara riflessione: “Se ci confrontiamo agli altri paesi europei le forze di polizia italiane sono quelle meno pagate e peggio equipaggiate. Non se ne vuole fare un discorso venale, ma se almeno ne valesse la pena dal punto di vista economico, un poliziotto potrebbe trovare conforto nel benessere che può assicurare alla propria famiglia. Invece, insulti, sputi, offese, minacce, ferite, contusioni e un livello di stress lavoro correlato ai limiti della sopportazione per lo Stato valgono circa 1500 euro al mese.” E il segretario generale del primo sindacato della Polizia Penitenziaria conclude: “La situazione delle carceri è allo sbando completo e lo sconforto del personale che si sente sempre più abbandonato dalle istituzioni è inconsolabile. Cosa altro deve succedere nelle carceri? Francamente abbiamo paura di saperlo, ma è evidente che senza interventi sostanziali da parte del Governo, lo scopriremo.”

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