Sindacati

Cgil, si chiude la campagna referendaria “Per il lavoro ci metto la firma”

Al via la raccolta firme per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata

Cgil, si chiude la campagna referendaria “Per il lavoro ci metto la firma”
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ALESSANDRIA - Riceviamo e pubblichiamo dalla Segreteria provinciale della Camera del Lavoro CGIL di Alessandria.

Cgil, chiusura della campagna "Per il lavoro ci metto la firma"

Con la disattivazione della piattaforma per il voto digitale, questa sera alle 23:00, si chiude la raccolta firme della CGIL per l’abrogazione delle leggi che rendono il lavoro precario e pericoloso, quattro firme che abbiamo chiesto alle cittadine e cittadini italiani per ridare al lavoro la dignità del diritto costituzionale su cui si fonda la convivenza civile dello stato italiano. Consegniamo al governo del nostro paese un milione di firme, 80.000 provenienti dalla regione Piemonte e quasi 9.000 raccolte in provincia di Alessandria. Un lavoro importante e molto impegnativo che ha visto la nostra organizzazione presente per tre mesi nelle piazze, nei mercati, nei posti di lavoro, nelle città e nei paesi. Abbiamo parlato con le persone della necessità di usare uno strumento come il referendum per dare nuova forza e significato alla democrazia, al diritto di esprimersi e di cambiare quelle leggi che avviliscono i diritti costituzionali della repubblica fondata sul lavoro. Ringraziamo tutte le persone che si sono avvicinate ai nostri tavoli per firmare e per condividere la scelta di modificare leggi che mortificano il lavoro e il diritto di tornare a casa vivi e in salute al termine di una giornata. Ringraziamo le molte persone che avrebbero voluto firmare ma non posseggono il diritto di voto pur vivendo e lavorando in Italia.

Continueremo a praticare la democrazia anche per cancellare la recente legge “Calderoli” sull’autonomia differenziata, promuovendo una nuova raccolta firme che inizierà a breve e che vuole dire chiaramente a questo governo che siamo cittadini e non sudditi e non tolleriamo una legge che favorisce la differenza di diritto su temi come la scuola, la salute e i servizi legittimando la condizione di regioni di serie A e quelle povere di serie inferiore e per questo ci troverete nei prossimi giorni ancora nelle strade e nelle piazze insieme alle forze politiche, sindacali e sociali che scelgono di esprimersi per una Italia solidale dalle pari opportunità in una Europa dei diritti.

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