Il ricordo

Politica alessandrina in lutto per la morte di Aldo Rovito, Riboldi: "Un maestro di politica"

Molti i messaggi di cordoglio della politica, tra cui quello del segretario provinciale di Fratelli d'Italia e assessore regionale Federico Riboldi

Politica alessandrina in lutto per la morte di Aldo Rovito, Riboldi: "Un maestro di politica"
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Si è spento in Spagna, all’età di 83 anni, Aldo Rovito, avvocato e storico esponente della destra alessandrina.

Alessandria dice addio ad Aldo Rovito

Nato ad Addis Abeba, in Etiopia, nel 1941, dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Roma si spostò a Torino e arrivò poi ad Alessandria negli anni ’80. Fu protagonista in consiglio comunale, a palazzo Rosso, per la prima volta nel 1985 - come consigliere d’opposizione quando era sindaco Mirabelli -, fino all'ultima esperienza nel 2007, sotto l’amministrazione Fabbio.

Da adolescente, negli anni Cinquanta, si iscrisse alla Giovine Italia, il movimento giovanile del Movimento Sociale. Poi passò ad Alleanza Nazionale, che rappresentò come capogruppo a Palazzo Rosso, e infine a La Destra, partito di cui fu segretario cittadino. Nel 2013 Aldo Rovito si trasferì a Tenerife, alle Isole Canarie da dove ha comunque continuato a seguire la politica italiana e quella alessandrina.

Molti i messaggi di cordoglio della politica, fra cui il ricordo del sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante e del capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Rosso, Emanuele Locci che ha reso omaggio alla memoria dell’avvocato Rovito per i consigli ed i confronti che l’hanno aiutato a crescere.

Il ricordo di Federico Riboldi

A ricordarlo anche il segretario provinciale di Fratelli d'Italia e assessore regionale,  Federico Riboldi.
"Aldo Rovito non era solo una delle figure più rappresentative della destra alessandrina e piemontese. Era anche un maestro di politica, che dispensava i suoi insegnamenti con grande generosità e profonda umanità. - spiega Riboldi - Aldo fu soprattutto un intellettuale prestato alla politica, un appassionato cultore di storia patria e lettore onnivoro: egli credeva che la militanza non potesse prescindere da una profonda consapevolezza delle proprie idee e del percorso culturale che alla loro formazione aveva condotto. La sua curiosità intellettuale non conosceva frontiere: egli era anche un uomo di dialogo, aveva un fortissimo concetto di comunità umana e culturale, che gli consentiva di cogliere analogie, talora insperabili, in quel costante sforzo, che ben lo descriveva, a privilegiare la ricerca di ciò che unisce piuttosto di ciò che distingue. Il tutto in una profonda, rigorosa coscienza della sua storia politica e del suo presente istituzionale".

"Chi ha avuto modo di conoscere e frequentare Aldo non può non aver colto un tratto che segnalava, più di ogni altro, la sua personalità: il suo senso di giustizia e di equità, che era la lente attraverso la quale analizzava ogni sua azione e ogni sua dichiarazione in sede istituzionale. - aggiunge l'assessore regionale Riboldi - Non solo portato della sua vita professionale ma anche e soprattutto una scelta, non sempre facile, di vita".

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