Alessandria, avvio del restauro del dipinto murale “Il sacrificio del reduce”
Grazie al contributo di FAI e Intesa Sanpaolo, nell’ambito del programma “I Luoghi del Cuore”
ALESSANDRIA - Il dipinto murale de “Il sacrificio del reduce”, posto sulla parete curva della Sala delle Adunanze, nella Casa del Mutilato di Alessandria, sarà oggetto di un importante intervento di restauro grazie alla partecipazione al censimento “I Luoghi del Cuore” nel 2022.
Alessandria, parte il restauro de "Il sacrificio del reduce" alla Casa del Mutilato
Dopo la messa in sicurezza dell’intero edificio, da anni incustodito e recentemente acquisito dalla Confindustria Alessandria, ci sono ora le condizioni per il recupero e la successiva fruizione dell’opera pittorica. Grazie al rifacimento complessivo del tetto, intervento che ha subito una serie di rinvii per le avverse condizioni meteorologiche della primavera ed estate scorse, si potrà intervenire per il recupero dell’opera sfruttando a pieno anche i prossimi mesi invernali.
La Casa del Mutilato di Alessandria nel 2022 è stata votata all’undicesima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”, il programma che FAI e Intesa Sanpaolo mettono a disposizione dei cittadini per tutelare e intervenire sui luoghi bisognosi di una maggiore cura e valorizzazione. Grazie alla grande partecipazione della comunità locale, da sempre molto sensibile nei confronti del censimento e della tutela del proprio patrimonio, la Casa del Mutilato ha ottenuto 25.350 voti; questo risultato gli ha consentito di partecipare al bando che viene lanciato dopo ogni edizione del censimento. Il progetto di restauro del dipinto “il sacrificio del reduce”, presentato da Confindustria Alessandria e inserito in un più ampio intervento di recupero della Casa del Mutilato e di nuova destinazione d’uso che lo renderà anche uno spazio per varie realtà culturali di Alessandria, mostre, incontri e convegni, ha ottenuto un contributo da FAI e Intesa Sanpaolo di 5.000€. Il restauro è stato autorizzato preventivamente dalla Soprintendenza dei Beni Culturaliche vigilerà sul corretto svolgimento dei lavori ed è cofinanziato da Confindustria Alessandria.
Il dipinto, raffigurante il sacrificio dei mutilati e la vittoria italiana della Grande Guerra, è posto nei locali della Sala delle Adunanze, al piano rialzato della Casa del Mutilato. Si tratta di un dipinto celebrativo, di ampie dimensioni e di forte significato simbolico. Infatti celebra la vittoria del 4 novembre 1918 dell'Italia, ma anche il dolore generato dal grande numero di feriti e mutilati al ritorno dalla guerra. Per risalire alle motivazioni che determinarono la realizzazione di questo particolare tipo di edifici, occorre rifarsi al clima politico e sociale conseguente alla Grande Guerra, fortemente condizionato dalle distruzioni e dai lutti che segnarono il Paese e che portarono a un inedito bisogno di tutela da parte della categoria dei reduci.
A questo bisogno, rispose per primo il sistema associazionistico con la costituzionedell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra nel 1917 e poi con la costruzione della "Casa del Mutilato" ad Alessandria, il cui progetto fu assegnato all'Ing. Venanzio Guerci (Alessandria, 1872 - 1959). L'edificio, costruito tra il 1938 e il 1940 in Corso Teresio Borsalino, nell'allora nuovo quartiere "Pista", fu poi abbellito con diverse opere, tra le quali, appunto, il dipinto di Caffassi. Uno degli aspetti di maggior interesse di questo progetto risiede nell’armonica coerenza tra l'aspetto architettonico e il programma decorativo, proprio per dare lustro, risalto e accoglienza agli utenti della struttura. Furono chiamati i maggiori artisti della provincia, da Alberto Caffassi a Pietro Morando, da Dina Bellotti allo scultore ovadese Filippo Bausola.
Il dipinto murale di Alberto Caffassi (Alessandria, 1894 - 1973) si presenta in pessimo stato di conservazione: i maggiori danni sono stati provocati dalla concomitanza di diversi fattori come le infiltrazioni di acqua, le variazioni termoigrometriche e gli interventi manutentivi che hanno contribuito ad alterare l’immagine originaria del dipinto, in molte zone occultato da ridipinture che ne ostacolano la corretta lettura d’insieme. I danni più rilevanti sono concentrati principalmente nella parte centrale del dipinto e sono attribuibili alla presenza di efflorescenze saline formatesi a causa di infiltrazioni capillari di acqua negli intonaci e alla successiva evaporazione sulle superficipittoriche che hanno danneggiato in maniera consistente il dipinto, provocando fenomeni di distacco, sollevamento e perdita di porzioni di film pittorico. Su tutta la superficie sono presenti macchie quasi sicuramente causate dall’alterazione dei materiali utilizzati; sono inoltre visibili colature e veli biancastri che offuscano ed alterano le cromie originarie di quasi tutto il dipinto.
Terminato il recupero, la sala del dipinto farà parte del sistema di accoglienza dell'associazione Confindustria Alessandria, della Fondazione VIVA e di altri Enti accreditati. L'ambiente, oltre 16 metri per 8 metri per una altezza di oltre 5 metri, sarà arredato e attrezzato per riunioni, incontri e assemblee. Nel corso degli ultimi anni, contestualmente all'acquisto dell'immobile da parte di Confindustria Alessandria, diverse associazioni si sono prodigate per il recupero dell'edificio e delle opere contenute: FAI, ANMIG, ANMIC, Italia Nostra, Consulta dei Beni Architettonici di Alessandria, Scuole, Camera di Commercio di Alessandria – Asti.
“Contribuire alla realizzazione del progetto ideato da Confindustria Alessandria è per il FAI e Intesa Sanpaolo un’opportunità per sostenere una realtà cittadina che desidera porsi come aggregatore sociale mettendo nuovi spazi a disposizione delle realtà associative e degli alessandrini, in un edificio storico che cela spazi di grande valore culturale. Il programma “I Luoghi del Cuore” non raggiungerebbe i suoi obiettivi di tutela e valorizzazione dei luoghi bisognosi, senza la partecipazione alla fase di censimento di tante persone, che attraverso questa azione di Cittadinanza Attiva sanciscono la valenza identitaria del proprio patrimonio, che sempre più devono poter vivere.” è il commento di Federica Armiraglio, Responsabile FAI per il programma “I Luoghi del Cuore”.