La nota

Gruppo Amag: "Perché scioperare oggi e non ieri?"

L'azienda ai sindacati: "A cosa serve dunque lo sciopero? Qual è il vero motivo di questi continui e pretestuosi attacchi all’Azienda?"

Gruppo Amag: "Perché scioperare oggi e non ieri?"
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Il Gruppo Amag risponde alle dichiarazioni rilasciate dalle organizzazioni sindacali in merito ai motivi che hanno portato i lavoratori allo sciopero previsto per il 10 febbraio prossimo.

Il Gruppo Amag sullo sciopero

Il Gruppo AMAG commenta quanto detto in questi giorni dalle organizzazioni sindacali in merito alle motivazioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero del 10 febbraio prossimo dei lavoratori di Amag Reti Idriche e Gas.

"I sindacati rilanciano a mezzo stampa l’immagine di un Gruppo AMAG senza 'una strategia chiara sul futuro aziendale'. - commenta l'azienda - Un allarme che sarebbe stato più giustificato , e che invece è clamorosamente mancato, negli scorsi anni, quando l’Azienda si trovava a dover gestire un costo del personale, in particolare nella Capogruppo, che cresceva a dismisura grazie a un impressionante numero di assunzioni, passaggi categoriali e aumenti salariali,  una mole rilevante di bollette idriche non pagate quando a fine 2022 i crediti scaduti erano arrivati a circa 15,7 milioni e una contrazione delle tariffe dovuta alla cronica mancanza dei necessari investimenti sulla rete, mentre le tariffe dell’acqua di AMAG sono oggi tra le più basse d’Europa".

La risposta del Gruppo Amag

Anche se è impossibile recuperare oltre un decennio di mancati investimenti, in soli 10 mesi, a partire dal marzo 2024, sono stati recuperati 10 anni di inefficienze gestionali. Nessuno ha perso il posto di lavoro. Non ci saranno esuberi neanche in futuro, perché le gare in programma per il gas e i rifiuti prevedono esplicitamente il mantenimento dei livelli occupazionali. Finalmente si è cominciato a gestire la risorsa fondamentale dell’Azienda, quella umana, con formazione, percorsi di carriera e riconoscimento del merito. Perchè allora il sindacato proclama, solo oggi, uno sciopero?

Si accusa l’Azienda di non aver presentato un piano industriale. Ma il piano c’è già e segue gli indirizzi strategici dettati dall’Azionista di riferimento, il comune di Alessandria. E’ noto a tutti da mesi, sindacati compresi. Dobbiamo illustrarlo per l’ennesima volta?

Le indicazioni dell’Azionista prevedono innanzitutto una gara, da concludere entro il prossimo autunno, per la cessione del 90% di AMAG Reti Gas S.p.A. a un socio privato. È una scelta obbligata: a causa della mancanza di investimenti, le tariffe sono scese e scenderanno ancora di più nel 2026, quando entreranno in vigore nuove norme. La società non può più recuperare una redditività adeguata. Sarà messo a gara, nelle prossime settimane, anche il 49% di AMAG Ambiente S.p.A. Sarà una gara a doppio oggetto: servirà, cioè, a individuare il socio privato che acquisirà il 49% e a cui verrà affidato il servizio.
Dalle due gare si ipotizza un incasso netto di almeno 25 milioni di euro. Lo abbiamo già detto: serviranno sia per supportare AMAG Reti Idriche, che deve recuperare una posizione finanziaria equilibrata e un ritardo di anni negli investimenti, sia per cercare e sviluppare altre attività in ambito ambientale, tecnologico e di servizio ai cittadini.

Per quanto riguarda AMAG Reti Idriche S.p.A. il quadro, dopo il blocco dei finanziamenti deciso dal Ministero delle infrastrutture per il mancato rispetto della normativa sul concessionario unico nell’ATO6, è molto più complesso e non dipende dalla sola AMAG. L’ente di governo dell’ATO6 a fine dicembre ha deliberato la costituzione di una società consortile, tutta a capitale pubblico, della quale AMAG Reti Idriche S.p.A. sarà uno dei soci e che le permetterà di incassare circa 16 milioni di fondi PNRR, di cui circa 7 già spesi o impegnati. Nei prossimi 18-20 mesi si dovranno definire il piano d’ambito e gli investimenti da effettuare. Verrà poi affidata una concessione definitiva, che potrà essere in house – cioè a un gestore tutto pubblico – o affidata tramite gara.

Che cosa diventerà il gruppo AMAG alla fine di questo lungo percorso di riorganizzazione e ristrutturazione?
Sarà costituito da una Capogruppo, AMAG S.p.A, che possiederà il 10% di AMAG Reti Gas S.p.A., il 50% di AMAG Ambiente S.p.A. (con la gestione però affidata a terzi), e il 100% di AMAG Reti Idriche S.p.A., che a sua volta possiederà una quota della nuova società consortile.

E il personale? E’ iniziata in questi giorni una nuova riorganizzazione, dopo quella già effettuata a inizio 2024 che ha in effetti presentato varie lacune e inefficienze. L’attuale riorganizzazione parte dall’assunto che la Capogruppo è una holding finanziaria, che può quindi svolgere funzioni e attività a supporto delle tre aziende operative (amministrazione, finanza, sistemi informativi, affari legali e societari, legge 231, ecc.) ma non funzioni prettamente operative quali, ad esempio, la gestione dei magazzini, gli acquisti o la direzione tecnica. Sono quindi in corso dei trasferimenti, al termine dei quali il personale di AMAG Reti Idriche sarà salito da 95 a 128 risorse, mentre nella Capogruppo sarà sceso a 27 contro le attuali 66. Una parte di queste ultime saranno impegnate, come detto, a supporto delle società operative; le altre saranno destinate, anche dopo opportuni corsi di formazione, alle nuove iniziative in fase di identificazione e progettazione. Gli attuali livelli occupazionali, lo si ribadisce per l’ennesima volta, saranno mantenuti.

A cosa serve dunque lo sciopero? Qual è il vero motivo di questi continui e pretestuosi attacchi all’Azienda, quando in passato non si è mai sentita una sola parola, da parte delle organizzazioni sindacali, contro le promozioni immeritate e i favoritismi nelle assunzioni, contro la gestione del Gruppo senza strumenti fondamentali come un piano industriale pluriennale, un budget annuo e un vero controllo di gestione, o contro la mancanza di investimenti strutturali di cui i cittadini pagano ancora il prezzo?

Quei tempi sono finiti, anche perché a forza di elargizioni, regalie e inefficienze i soldi sono sempre meno. E anche se il cambiamento ha fatto, e fa ancora, paura a molti e a molte, AMAG oggi è gestita in modo più efficiente e meritocratico. Ci auguriamo che le organizzazioni sindacali ne prendano atto e si facciano parte attiva (e propositiva) di questo cambiamento, invece di averne timore. Per il bene dei lavoratori, degli utenti e della città tutta.

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