Vercelli: prima udienza preliminare processo eternit bis

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VERCELLI - Torna alla sbarra Stephan Schmidheiny, l’ultimo patron rimasto in vita dell’Eternit. A Vercelli è iniziata alle 10 l’udienza preliminare del processo Eternit bis, con la richiesta, già formulata da parte della procura di rinvio a giudizio per l’imprenditore svizzero, accusato di omicidio volontario per avere causato la morte di 392 casalesi, stroncati dall’amianto e più precisamente dal mesotelioma.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Schmidheiny era già stato giudicato nel cosiddetto maxi processo Eternit, insieme al suo socio, il belga Louis de Cartier, morto prima della lettura della sentenza e condannato a 18 anni di reclusione perché ritenuto colpevole di disastro doloso ambientale permanente, pena ritrattata poi dall’a suprema corte, che aveva invece dichiarato la prescrizione.

Da qui l’apertura di un nuovo fascicolo ai danni dello svizzero, questa volta riguardante i morti che l’attività dell’Eternit si era trascinata appresso nel corso dei suoi anni di attività e lo spacchettamento del processo in quattro parti, assegnate alle magistrature competenti per territorio.

Quattro sedi diverse, ma un unico capo di imputazione: omicidio colposo, ovvero la colpa cosciente di avere tirato avanti un’attività, consapevole del fatto che l’amianto lavorato in quella mega azienda, provocava la morte.

Una tesi questa completamente contestata dalla difesa di Schmidheiny, che invece nel corso del nuovo processo tenteranno di dimostrare come il loro assistito avesse investito per limitare i pericoli per la salute e come all’epoca, ancora non fossero conosciuti i rischi dovuti all’inalazione nei polmoni delle fibre da amianto.

Questa mattina a Vercelli è presente anche l’Afeva, l’associazione famigliari e vittime e una delegazione della Cgil, che si sono affiancati agli ex lavoratori Eternit per un sit in davanti al tribunale.

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