Gavi, caso Albano: spunta lettera sospetta
GAVI - Gli inquirenti hanno trovato una lettera che potrebbe aiutare a far luce sul caso che ruota attorno all’ex vice sindaco di Gavi, Nicoletta Albano, accusata di concussione. Nel foglio, secondo l’accusa, ci sarebbe la testimonianza di come l’indagata avrebbe portato alle dimissioni l’ex primo cittadino.
Gli inquirenti non avevano dubbi, sentivano che da qualche parte ci fossero quelle presunte prove che stavano cercando dal 20 gennaio, quando a Gavi si è sollevato un terremoto politico che nei giorni successivi ha portato dapprima alle dimissioni di otto consiglieri di maggioranza e successivamente al commissariamento del paese, attualmente retto dal vice prefetto aggiunto Maria Clara Callegari, che lo amministrerà ordinariamente sino alle nuove elezioni previste la prossima primavera.
L’altro giorno, sul vetro della fotocopiatrice in Municipio, evidentemente dimenticato dopo averne fatto una copia, giaceva un foglio, dove nero su bianco, erano scritte quelle che secondo la procura sarebbero le motivazioni che a fine dicembre avrebbero spinto alle dimissioni da sindaco, Rita Semino, classe 1934, votata da 1600 gaviesi, che probabilmente in lei vedevano allungare il braccio dell’amministrazione Albano, non più ricandidabile a primo cittadino per avere già espletato due mandati.
Un foglio nel quale la Semino avrebbe scritto di sentirsi un pò acciaccata e stanca, e quindi in pratica non più in grado di sostenere il suo incarico.
Una motivazione che secondo la procura di Alessandria sarebbe la prova regina di come la Albano avrebbe fatto pressione sulla Semino, per farla figurare incapace nel suo ruolo. Ma c’è anche chi ipotizza che quella lettera, mai protocollata, sarebbe stata scritta proprio su pressione dell’indagata.
Che in paese da tempo circolasse la voce che Nicoletta Albano volesse andare a nuove elezioni non è un mistero e che l’amicizia fra le due donne si fosse raffreddata se non addirittura congelata è un altro fatto certo, ma resta evidente che si tratta comunque di una brutta storia, nata e cresciuta fra gli umori e le fenditure di un paese per lo più benestante, dove i genovesi ci vanno per svernare, incastonato fra i preziosi vigneti del vino cortese, tanto decantati anche da Mario Soldati.
Gli abitanti, come tagliati di netto da un’accetta, sono divisi in due: c’è chi difende la Albano, dandole il merito di avere fatto molto per Gavi e c’é chi invece parla addirittura di una sorta di atteggiamento mafioso che l’ex vice sindaco avrebbe adottato per tenere a bada la Semino, sua testa di legno e dunque sindaco, solamente di facciata.
Al vaglio degli inquirenti la convinzione che l’indagata spingesse per far dichiarare da un medico la Semino incapace, con la promessa in cambio dell’assunzione di un nipote. Tutte voci, ribattono i legali, pronti a dimostrare che si tratta solo di prove inconsistenti.