Epa riabilita glifosate. Confagricoltura: "continuare a investire in ricerca"
Confagricoltura Piemonte interviene sul recente pronunciamento dell’Epa - United States Environmental Protection Agency. “L’agenzia ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni”.
È questo il verdetto emesso dall’Epa, a
proposito del glifosate,
un erbicida – informa Confagricoltura - che è utilizzato da numerose imprese
agricole e che da anni è al centro di diatribe mediatiche e giudiziarie a
proposito di una presunta cancerogenicità della sostanza.
Nell’agosto dell’anno scorso l’Epa aveva già sottolineato come procurare
allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza
attiva sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica
dell’agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”. La
valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza
alimentare), dalla Bfr
(l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle
autorità canadesi per la salute (Health Canada).
“La valutazione dell’Epa
statunitense – dichiara il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca
Brondelli di Brondello - conferma
quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, da
Confagricoltura: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza
non solo dal punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in
crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il gligosate è
utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa,
apportando benefici importanti all’ambiente, a partire dalla diminuzione di
emissioni di anidride carbonica. Questa
vicenda ci invita
ad analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri
espressi dalla comunità scientifica internazionale, puntando a produzioni
agricole sostenibili e di qualità, continuando a credere e a investire nella
ricerca”.
È stata proprio la ricerca – ricorda Confagricoltura - la protagonista assoluta in agricoltura. Grazie alla ricerca la produttività è cresciuta con l’aumento della popolazione mondiale: dagli anni ’60 gli abitanti del pianeta sono passati da poco più di 3 miliardi a 7 miliardi e in parallelo la produzione cerealicola è cresciuta da circa 900 a quasi 2.400 milioni di tonnellate.
Nello stesso periodo la produzione di
cereali è aumentata il 50% cento più velocemente
della popolazione mondiale, soprattutto con incrementi delle rese unitarie. “Nei prossimi
anni – sostiene Brondelli
- dovremo continuare a puntare
sulla ricerca, perché avremo
bisogno di maggiore produzione
agricola e dovremo gestire in maniera sostenibile le
risorse naturali
dell’ecosistema”.