Il legale difende la maestra accusata di maltrattamenti su bimbo autistico
MOLARE - Ha destato profonda rabbia e indignazione quanto è accaduto in una scuola primaria di Molare, dove una maestra di sostegno di 27 anni di Ovada, da poco in servizio in quella scuola, è stata sospesa per sei mesi dopo che le telecamere fatte installare dalla Procura di Alessandria hanno registrato una serie di maltrattamenti nei confronti di una scolaro autistico al terzo livello con seri problemi di deambulazione.
Una brutta storia, che si giocherà a colpi di fioretto in aula: da una parte l’accusa, forte di quelle immagini che come è stato illustrato dal capo della mobile di Alessandria, Marco Poggi, ritraggono la maestra in diversi atteggiamenti ritenuti di maltrattamento gratuito e dall’altra il legale della donna, Alexia Cellerino, che invece spiega come quei comportamenti contestati, siano frutto di responsabilità da attribuire più alla scuola che alla maestra e che comunque non si travisa alcuna violenza nei confronti dello scolaro.
Questi i fatti: nel febbraio dello scorso anno i genitori fanno una segnalazione alla preside della scuola, perché il loro figlioletto ha spesso il pannolino sporco e perché sospettano che non consumi i pasti insieme agli altri bambini. Parte così una comunicazione al Provveditorato agli Studi, che rimanda la faccenda alla Procura. Da qui l’inizio delle indagini da parte della polizia alessandrina e l’installazione nella sede scolastica di Molare, di telecamere e microfoni.
Gli episodi raccontanti dal dirigente Poggi parlano chiaro, ossia che la maestra abbandonava il bambino con un tablet in sala ginnastica per farsi poi i fatti suoi col cellulare, circostanza che il legale ha spiegato come un atto dettato dalla mancanza di preparazione dell’insegnante, affiancata a quello scolaro perché era l’ultima arrivata nella scuola e quindi non in grado di accudire un bambino con problemi così gravi.
Ma ci sono poi altri due episodi che il legale dovrà spiegare: ossia il trascinamento per le caviglie lungo il corridoio del piccolo mentre si trovava con la faccia rivolta verso il pavimento e poi un pestone dato sulla manina mentre lo scolaro camminava gattoni dopo essere caduto a terra, tentando di chiedere all’insegnante di aiutarlo a rialzarsi. Ma l’avvocato sostiene che la maestra era appena stata morsa e che istintivamente ha reagito in quel modo, senza alcuna malizia o cattiveria.
Tra gli elementi in mano agli inquirenti poi, anche immagini di pestoni, spintoni e ginocchiate, tutte, secondo la Cellerino da imputare a gesti di natura non violenta, con una precisa responsabilità della scuola, che non prepara adeguatamente gli insegnanti nel poter svolgere il loro ruolo in casi delicati come questo.
La maestra, che è accusata di maltrattamenti, attualmente insegna in un’altra scuola alessandrina, questa volta non più come insegnante di sostegno e a dire del legale, genitori e alunni sono contenti del suo operato.
L’accusa parla di sei mesi di sospensione, nell’attesa che le indagini facciano il loro corso, sino a capire con esattezza cosa è accaduto in quella scuola, di chi sono le responsabilità, se ci sono responsabilità, con tutta l’attenzione puntata su un bambino fragile, malato e privo di difese.