Smog in Italia: i dati impietosi di Legambiente

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L’Italia è malata di smog: un’emergenza sempre più cronica nelle città che si ripresenta, puntuale, ogni anno. A ricordarlo all’opinione pubblica sono i dati aggiornati di Mal’aria, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico che, a fine gennaio, registrava già 18 sforamenti - sulle 35 volte massime concesse in un anno - a Frosinone, Milano, Padova, Treviso e Torino.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

E se il 2019 è stato un anno nero per la qualità dell’aria (con 54 città che hanno superato il limite previsto per le polveri sottili o per l’ozono e con una Torino che ha raggiunto le 147 giornate fuorilegge, seguita dalle lombarde Lodi con 135 e Pavia con 130), il 2020 non è iniziato sotto i migliori auspici.

Analizzando poi il decennio appena trascorso emerge che, dal 2010 al 2019, il 28% delle città monitorate da Legambiente ha superato ogni anno i limiti giornalieri di Pm10 e che il capoluogo di regione piemontese si è classificato primo 7 volte su 10 con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città. L’aria è irrespirabile sia d’inverno sia d’estate e certo, gli esperti imputano al traffico una delle cause principali di fonti di emissione, ma non bisogna dimenticare l’impatto che hanno sull’ambiente il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole.

In questo quadro l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti. Ad Alessandria, dove lo smog la fa spesso da padrone, è attivo un gruppo – chiamato “Maldaria” – che lo scorso febbraio aveva lanciato la prima misurazione collettiva dell’inquinamento nel capoluogo di provincia con l’intento di capire cosa si respira davvero per le vie della città.

Una cinquantina di persone avevano appeso provette ai balconi, alle finestre e ai pali della città, con l’intento di misurare la presenza nell'aria di biossido di azoto, gas tossico considerato un tracciante dell'inquinamento da traffico motorizzato.

E, a distanza di un anno e con dati tutt’altro che confortanti alla mano – anche se sono stati installati rilevatori passivi di biossido di azoto -, ora i promotori di “Maldaria” sono pronti a misurare le polveri sottili non più solo nell’arco di un mese ma in modo continuativo per poi mettere i dati a disposizione della comunità.

Il simbolo di questa nuova campagna civica? Una maschera di Carnevale che, nel richiamare le mascherine anti-Coronavirus utilizzate per fermare i germi, vuol far comprendere che, forse, dovrebbero essere usate per l'inquinamento e che è tempo di “togliere appunto la maschera” allo smog. Le rilevazioni proposte ai cittadini verranno effettuate sotto il nome di “smascherALaria”: verrà mappata la concentrazione di Pm10 in Alessandria, nei sobborghi e nei Comuni più piccoli. Cittadini e associazioni che vogliano aderire possono scrivere a maldaria.al@gmail.com

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