DemoS Piemonte: “Salviamo gli anziani negli istituti”

DemoS Piemonte: “Salviamo gli anziani negli istituti”
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO DI DEMOS

In questi giorni drammatici di emergenza coronavirus diverse associazioni hanno lanciato l’allarme sulla situazione degli anziani ricoverati presso le diverse strutture assistenziali (in particolare RSA). Ospiti e personale sono stati lasciati soli, con gravi problemi di approvvigionamento dei dispositivi di protezione, con personale insufficiente, senza assistenza da parte della struttura ospedaliera. In alcune strutture in dieci giorni è deceduto il 20-30% degli ospiti!

La Comunità di Sant’Egidio a livello nazionale ha chiesto al governo e alle regioni “di disporre con urgenza una task force di medici e operatori sanitari che controlli la situazione all’interno di istituti come Rsa, case di riposo e altre strutture di ospitalità, prima che sia troppo tardi per chi vi risiede e chi vi lavora. Si sollecita anche, con uguale urgenza, l’invio di mascherine, disinfettanti, ventilatori, bombole di ossigeno e altri dispositivi medici e di protezione – di cui spesso le stesse strutture sono carenti – nonché la sanificazione degli ambienti a rischio. Ne va della coscienza civile di un Paese che non può assistere impotente all’ecatombe di una generazione che ha dato tanto in lavoro, cultura e benessere a chi è più giovane”.

In Piemonte il CSA – Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base ha chiesto alla giunta regionale del Piemonte di revocare due delibere (DGR 14-1150 del 20 marzo e 4-1141 del 20 marzo) che disponevano il ricovero presso le RSA per anziani di malati di COVID-19 con il rischio evidente di contagiare gli ospiti già fragili. Nella lettera inviata alle istituzioni il CSA rilevava:

“Disporre ora il trasferimento in Rsa di malati Covid-19 o provenienti da ospedali in cui vengono trattati i casi di Covid19 (e dei quali non si è accertata la negatività ai tamponi), significa non solo forzare gli opportuni blocchi ad accessi di esterni disposti dai direttori delle Rsa fin dai primi decreti ministeriali per il contenimento del Coronavirus, ma anche creare le condizioni per una vera e propria bomba di contagi e di morti nelle strutture residenziali”.

Ciò che sembra avvenire è un occultamento della situazione delle RSA; da un lato, infatti, non vengono eseguiti i tamponi ai degenti, neppure ai sintomatici, per cui l’eccesso spaventoso di mortalità che si sta verificando in questo periodo non può neanche essere attribuito con sicurezza alla infezione da COVID-19.

Dall’altro l’accesso degli ospiti sintomatici al 118 (quandanche su indicazione dei MMG e/o dei Direttori Sanitari delle strutture) è estremamente difficile, se non impossibile. Di fatto succede che un ospite di una RSA, proprio per il fatto di “essere già in una struttura” non viene quasi mai ricoverato in ospedale, anche se in fase critica.

D’altronde i numeri che vengono rilasciati alla protezione civile dall’unità di crisi piemontese testimoniano questa sottovalutazione: un totale di 617 morti ad oggi nella regione Piemonte corrisponderebbe a circa 50 morti in una provincia come Novara, il che è palesemente irrealistico.

DemoS Piemonte – nella nota della coordinatrice regionale Elena Apollonio, e provinciale, Paola Ferrari - sostiene e condivide le proposte del CSA e ha raccolto le segnalazioni di diverse strutture del territorio che confermano questa emergenza e propone:

– che i comuni e le prefetture rendano noti i dati sul numero di anziani risultati COVID-19 positivi e dei decessi già avvenuti nelle strutture così da avere conoscenza della situazione e del bisogno reale di assistenza

– che la giunta regionale Piemontese revochi le due delibere di cui sopra e inoltre

– si predisponga il monitoraggio degli anziani ricoverati nelle diverse RSA tramite tampone e si attivi una task force medica e infermieristica, in stretta collaborazione con gli ospedali, che segua regolarmente, con un protocollo stabilito, l’andamento degli ospiti positivi sintomatici, in modo da poter attivare ricoveri tempestivi anche per loro.

“Relegare di fatto i nostri anziani ricoverati nelle RSA, come malati di serie B, lasciandoli morire nella solitudine, nell’isolamento e nell’abbandono non è degno di un paese civile che ha verso le precedenti generazioni un debito di benessere, di sviluppo, di democrazia – sottolineano Apollonio e Ferrari -. Tutti hanno diritto alle cure e tutelare questo diritto per chi non può esigerlo perché troppo debole è la garanzia della nostra civiltà e della nostra umanità”.

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