Alessandria, chiude Terranova. Al suo posto un piccolo supermercato
ALESSANDRIA - Chiude, ad Alessandria, la gelateria Grom (la notizia, in anteprima, l’altro giorno sul sito telecitynews24.it) e, nel frattempo, ferve l’allestimento – nel centralissimo corso Roma – di un piccolo supermercato alimentare che prenderà il posto di un altro noto brand, Terranova (catena di negozi di abbigliamento low cost che aveva annunciato la chiusura a fine agosto). L’insediamento di un market food nella “via del passeggio” per antonomasia è un cambio di passo ed una scelta strategica da parte di chi ha deciso di investire in questa tipologia commerciale, posizionando nel cuore dello “struscio alessandrino” un’attività alimentare che, fino a poco tempo fa, sarebbe stata aperta solo ed esclusivamente nelle vie laterali del centro cittadino.
Un “negozio di vicinato”, insomma (entro i 250 metri quadrati è classificato tale), piazzato dalla grande distribuzione a due passi dalle botteghe storiche di via San Lorenzo. D’altra parte, in un mondo dove la tecnologia permette – da anni – di fare shopping comodamente seduti a casa e di ordinare con un click qualsiasi gamma di prodotto, non stupisce che anche il settore food si aggiorni e cerchi di cavalcare ciò che più va a braccetto con le esigenze del cliente: la tempestività nel servizio abbinata alla qualità di ciò che viene proposto. Sono molti i supermercati che consegnano la merce a casa (dopo che è stato effettuato un ordine online), ma sono altrettanto numerose le realtà commerciali che hanno deciso di contrastare la crisi reinventandosi attraverso il canale e-commerce. Senza parlare del colosso Amazon, che proprio in questi giorni sta lanciando a Torino il suo nuovo servizio Prime Now, che garantisce la consegna della spesa nell’arco di due ore.
E così, in mezzo ad un commercio tradizionale che offre ai visitatori il suo biglietto da visita più bello, con l’apertura di nuove attività che - come è successo di recente ad Alessandria - hanno valorizzato il salotto naturale del centro storico, ci sono, poco lontano, altre vie dove le saracinesche abbassate preoccupano e le poche insegne aperte provano a resistere in mezzo ad un cimitero di negozi. Un dato è certo: il commercio al dettaglio, se vuole sopravvivere, è destinato a seguire le tendenze dell’intelligenza artificiale, consapevole che il futuro della grande distribuzione è legato allo sviluppo dei retail park alle porte delle città: grandi negozi e catene in espansione, che si offrono all’utenza come un’alternativa al parco naturale commerciale che, dal suo canto, ha invece l’opportunità di far parte di un mosaico colorato ed armonioso: quello che pulsa dentro una città e che vive del contatto diretto tra cliente e commerciante. Rapporto, quest’ultimo, inesistente quando si sceglie di fare i propri acquisti in autonomia, dallo schermo di un pc o passando in mezzo ad un impersonale “blocco di negozi” della grande distribuzione.