Piemonte, sciopero di Pasqua: le posizioni di Uil, Fisascat e Filcams
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO I COMUNICATI STAMPA DI UIL, FISASCAT E FILCAMS CGIL
SCIOPERO A PASQUA, MONTAGNINI (FISASCAT CISL PIEMONTE): “NOI NON SCIOPERIAMO, ACCOLTE GRAN PARTE DELLE NOSTRE RICHIESTE”
“Già nella giornata di ieri, subito dopo la firma dell’ordinanza del Presidente Cirio sulla chiusura parziale degli esercizi commeciali avevamo espresso le nostre perplessità sulla decisione di tenere aperti i punti vendita nella mattina di Pasqua. Dopo una attenta valutazione, riteniamo però, di non dover percorrere la strada dello sciopero perché le nostre iniziali richieste sono state in gran parte accolte”. Lo dichiara il segretario generale della Fisascat Cisl, Cristiano Montagnini, non condividendo la decisione di altre sigle sindacali di proclamare lo sciopero nella mattina di Pasqua.
“La Fisascat Cisl, che ha sempre messo e continuerà a mettere al centro della sua azione, insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali, la salute e la sicurezza di lavoratori del settore – aggiunge Montagnini – ritiene fondamentale, in questa fase di assoluta emergenza, non alimentare ulteriore confusione e rischi di contagio, creando inutili e pericolosi assembramenti nei punti vendita nelle giornate di venerdì e sabato”.
FILCAMS CGIL: Sì ALLO SCIOPERO DEL COMMERCIO ALIMENTARE
La Regione Piemonte così ha deciso. La montagna ha partorito il topolino.
Un topolino partorito in solitaria, senza ascoltare e consultare le organizzazioni sindacali, il che la dice lunga sull’attenzione che questa Giunta dedica ai lavoratori.
Il Presidente Cirio nella sua ordinanza di ieri sancisce che a Pasqua non si vada a messa, non si riposi, ma si faccia la spesa!
“Al Presidente Cirio è mancato il coraggio di fare la scelta giusta – commenta Fabio Favola, Segretario Regionale della FILCAMS CGIL Piemonte – quella razionale, utile di disporre la chiusura totale degli esercizi commerciali per Pasqua e Pasquetta, così come noi chiediamo per le domeniche e le altre giornate festive. Ci pare incomprensibile.”
Ci domandiamo: ma chi andrà a fare la spesa a mezzogiorno di Pasqua?!
“Tutta Italia va nella direzione contraria – continua Favola. Regioni e comuni in tutto il paese hanno deciso di consentire alle persone una Pasqua e una Pasquetta di serenità familiare, tenendo chiusi i negozi.”
Persino le aziende, quelle più attente alle condizioni dei lavoratori e dei clienti, avevano deciso, in autonomia, chiusure pasquali.
“Le tante ragioni e il buon senso – commenta il Segretario - contenuti nelle richieste di CGIL CISL UIL, che invocavano la chiusura di Pasqua e Pasquetta, non hanno trovato ascolto.
Nelle domeniche ed i festivi possiamo e dobbiamo evitare di andare a far la spesa per non incorrere in rischi inutili, perché con un po' di organizzazione possiamo tranquillamente approvvigionarci nei 6 giorni feriali che abbiamo a disposizione”.
Le lavoratrici e i lavoratori del commercio vivono da settimane in sofferenza non solo per l’esposizione ai rischi da contagio ma anche per le condizioni e i turni di lavoro massacranti.
“Continuiamo a denunciare una sottovalutazione rispetto ai rischi cui le lavoratrici e i lavoratori sono sottoposti – conclude Favola - e la mancanza della necessaria attenzione che migliaia di famiglie in difficoltà meritano”.
Una Regione, che al contrario di altre Istituzioni del paese, non si dimostra all’altezza di gestire adeguatamente e con competenza non solo l’emergenza sanitaria ma anche le condizioni e i bisogni delle persone che lavorano.
Per queste ragioni FILCAMS CGIL e UILTUCS hanno proclamato per tutto il territorio regionale del Piemonte lo sciopero per domenica 12 aprile fino alle 13.
LA POSIZIONE DI UIL ALESSANDRIA
L’ordinanza della Regione Piemonte che consente l’apertura delle strutture di vendita degli alimentari nella mattina di Pasqua è del tutto incomprensibile e fuori luogo.
Le stesse aziende della grande distribuzione avevano deciso in proprio la chiusura in tale giornata.
Aprire la mattina di Pasqua non è utile ai cittadini, che in questo periodo purtroppo hanno tutto il tempo di fare la spesa fino a sera della vigilia ed è dannoso per le Lavoratrici e Lavoratori del commercio e per le loro famiglie ai quali si rovina questa giornata speciale oltre quanto già faccia il
covid19.
Le Lavoratrici e i Lavoratori del commercio hanno, stanno e continueranno a garantire il servizio commerciale ai cittadini tutti i giorni dalla mattina alla sera. Non dare loro due giorni di tregua e rovinargli la Pasqua da passare in famiglia, vuol dire non avere alcun rispetto per queste persone sia come Lavoratori sia come cittadini.
Molte altre Regioni in Italia hanno deciso la chiusura dei punti di vendita anche dell’alimentare per le due festività: Pasqua e Pasquetta.
La Regione Piemonte NO!
Probabilmente i nostri amministratori nell’assumere tale decisione hanno immaginato una moltitudine di cittadini che metteranno la sveglia alle 6 per mettersi in coda a fare la spesa Pasqua mattina!
Oppure ha prevalso la ragion politica che ha condotto ad una insulsa ed inefficace decisione, sulle giuste necessità delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio?
Le Lavoratrici e i Lavoratori del commercio si riappropriano autonomamente della festività Pasquale partecipando allo sciopero proclamato in tale giornata e per il territorio piemontese, da: UILTuCS UIL e FILCAMS CGIL.