Cerutti, Fornaro (LeU): "Intervenga il Governo per aprire tavolo di crisi"
ROMA - Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati, ha presentato un'interrogazione in merito alla crisi della Cerutti.
“Ho presentato alla Camera una interrogazione sulla crisi della Cerutti per chiedere il Governo apra il prima possibile un tavolo nazionale con tutti i soggetti coinvolti. Occorre, infatti, ricercare tutte le soluzioni possibili per salvare uno straordinario capitale tecnico e umano rappresentato dalla Cerutti. Come in altre crisi è fondamentale l’unità delle istituzioni a tutti livelli e dei lavoratori e lavoratrici e dei loro sindacati".
Di seguito riportiamo il testo dell'interrogazione presentata:
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Per sapere - premesso che:
la scorsa settimana la direzione aziendale del gruppo Cerutti ha comunicato alle rappresentanze sindacali la dismissione del sito di Vercelli, la riconversione di quello di Casale Monferrato in Newco e un esubero di 163 dipendenti;
in una nota dell’azienda si legge che “lo scoppio della pandemia Covid19 ha interrotto l’implementazione di un articolato progetto di riorganizzazione e ristrutturazione del Gruppo, che era stato delineato a fronte delle manifestazioni di interesse ricevute da importanti operatori industriali internazionali”;
i 288 dipendenti della Cerutti sono in cassa integrazione straordinaria da marzo. Ora la notizia degli esuberi desta grande paura. Lo stabilimento di Vercelli, in funzione dal 1969, dovrebbe interrompere l’attività produttiva a luglio. Quello di Casale resterà attivo e impiegherà 125 lavoratori. A Vercelli lavorano 140 persone e secondo i sindacati non saranno molte quelle che potranno essere trasferite, al massimo 30;
la Cerutti è una fabbrica storica dei territori vercellese e casalese. I lavoratori negli ultimi anni hanno accettato tanti sacrifici, ma nessuno degli ultimi piani industriali presentati si è mai trasformato in concrete possibilità di rilancio dell'azienda;
la direzione aziendale si dice fiduciosa di “poter in qualche modo riprendere le trattative con gli investitori o eventualmente di cogliere nuove opportunità, una volta che si avrà maggiore visibilità sugli effetti che la pandemia ha provocato sulla economia e sulla finanza in tanti Paesi”, ma, ovviamente, la preoccupazione è tanta;
da anni i territori dove sorgono gli stabilimenti Cerutti vivono una crisi che non crea più prospettive occupazionali e rischia di portare il settore manifatturiero a scomparire, creando gravi conseguenze per le lavoratrici e i lavoratori, molti dei quali da anni lavorano nella stessa azienda e difficilmente riuscirebbero a ricollocarsi altrove -:
se il Governo non ritenga urgente dare una risposta ai lavoratori della Cerutti e avviare in tempi rapidi un tavolo di crisi per discutere, assieme alle istituzioni locali, ai rappresentanti dell'impresa e ai sindacati, le possibili soluzioni.