Alessandria: incidente probatorio in Tribunale tra 22enne novese e il violentatore

Alessandria: incidente probatorio in Tribunale tra 22enne novese e il violentatore
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ALESSANDRIA - Si sono vissuti momenti drammatici questa mattina, venerdì 24 luglio in tribunale, dove si è svolto l’incidente probatorio tra la ragazza 22enne del novese e il 45enne di Serravalle Scrivia, arrestato ai primi di luglio per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e tentata rapina.

La giovane, nascosta da un paravento, ha raccontato le drammatiche fasi di quella notte tra il 21 e il 22 giugno, quando di ritorno in auto da una serata tra amici in Val Borbera, dopo avere imboccato una scorciatoia che collega i paesi di Stazzano e Cassano Spinola, sempre in provincia di Alessandria, ha dovuto fermarsi poiché la strada era bloccata da grossi rami.

La 22enne non ha avuto neppure il tempo di ragionare, quando un uomo incappucciato è uscito dal bosco e brandendo un oggetto contundente ha rotto il finestrino è entrato nell’auto, puntandole poi l’arma alla gola. Subito dopo, ha raccontato oggi in aula la giovane vittima, è stata legata mani e piedi con fascette da elettricista, incappucciata e portata a un chilometro di distanza, dove è stata violentata due volte. Nel corso della violenza, l’uomo, che è un ex allevatore, le ha riferito di essere uscito quella sera per uccidere una donna. In preda alla disperazione, la giovane non aveva neppure più la forza di urlare. Dopo la violenza, il 45enne le ha strappato le mutandine e se le è portate con sé quasi come fossero una sorta di trofeo.

In aula la vittima ha riconosciuto il suo indumento intimo, successivamente sequestrato nell’abitazione del violentatore e gli indumenti repertati che quella sera indossava lo stupratore. Il drammatico racconto è stato più volte interrotto dal pianto, tanto che il pubblico ministero Rinaldi ha chiesto qualche minuto di pausa.

Il 45enne, presente in aula con il suo legale Massimiliano Borsalino si è limitato ad ascoltare, senza fare alcuna domanda o obiezione.

“A processo chiederemo il risarcimento – ha commentato Vittorio Gatti, legale della 22enne – ma soprattutto chiederemo che a livello penale, la condanna sia il più pesante possibile”.

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