Un "provvedimento quadro" sul credito: le richieste dei commercianti a Mario Draghi

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Da un uomo pragmatico e abituato a risolvere i problemi qual è Mario Draghi il mondo del commercio si aspetta proprio questo: affrontare in modo sistematico le problematiche di ogni singola categoria, così da permettere ad un intero comparto, provato da mesi di lockdown e di aperture a singhiozzo, di risollevarsi e di tornare a lavorare. "Certo – ribadiscono i commercianti – con i necessari controlli e con l’inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi non rispetta le regole, ma il prossimo esecutivo dovrà avere un approccio diverso nei confronti della pandemia".

Serve un gesto di fiducia per rilanciare l’economia ed è necessario restituire alle persone quella quotidianità che permetta loro di uscire, di aver voglia di cambiarsi, di andare a cena in un ristorante.

La questione è tutt’altro che semplice, in un panorama sanitario dove – ad oggi – il ritorno alla socialità fa temere agli esperti che possa provocare una nuova impennata di casi Covid e di vittime, ma quel che spaventa ora i commercianti, guardando ad un 2021 ancor pieno di incertezze, sono le tasse arretrate del 2020.

"Quello che è mancato, a livello di sostegno economico – ha affermato Vittorio Ferrari, presidente di Confcommercio Alessandria -  è un provvedimento di fondo sul credito: non ne esiste infatti uno straordinario, analogo a quello che si è avuto in occasione dell’alluvione o di altre calamità naturali che consentisse alle aziende di approvvigionarsi in banca con un canale privilegiato, con tempi di rientro straordinari. In questo momento le banche danno prestiti a 10 anni: servono invece prestiti a 20 anni. È questo il provvedimento quadro che è mancato e che ci auguriamo venga applicato".

All’interno di questa cornice sarebbe poi necessaria un’azione di intervento sulle singole situazioni, magari di minor importo ma di maggior bisogno: si tratta delle piccole e piccolissime aziende. Stesso discorso per i comparti che hanno sofferto di più, quale la ristorazione, anche se pure il settore dell’abbigliamento e delle calzature, così come dell’oggettistica, ha subito danni enormi.

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