Ravetti (PD) su struttura complessa di Nefrologia e Dialisi di Valenza: "La campagna elettorale è finita"
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA NOTA DI DOMENICO RAVETTI (PARTITO DEMOCRATICO)
Il caso della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Asl Al e il proclama “a vuoto” dell’Assessore regionale alla Sanità e del Sindaco di Valenza con il quale hanno garantito invano la continuità del centro dialisi di Valenza.
Questi i fatti.
Da pochi giorni è stata pubblicata la notizia della chiusura del centro dialisi di Valenza a far data 10 maggio con trasferimento dei dializzati a Casale Monferrato. Il sindaco di Valenza, l’Assessore regionale alla sanità e il Presidente della Giunta regionale hanno garantito la continuità in coerenza con l’intenzione da loro espressa in campagna elettorale non solo di mantenere, ma anche di potenziare i servizi ambulatoriali e ospedalieri presenti nell’ex Mauriziano. Nessuno tra loro si è posto il problema di capire perché è stato chiuso (e da chi), tant’è che da poche ore l’unica conferma reale è la chiusura almeno temporanea del centro dialisi di Valenza.
Perché è giunta notizia della chiusura del centro dialisi di Valenza?
Ho raccolto questi dati in via ufficiosa, se sono sbagliati mi scuso da subito, ma attendo eventuali comunicazioni ufficiali per rettificare. In Piemonte vanno in pensione ogni anno quasi il doppio dei nefrologi rispetto a quanti se ne specializzano. Nel recente passato nell’Asl Al, oltre al Direttore di Struttura Complessa, i medici erano 12, le capo sala erano 3.
Tuttora ogni giorno 1 medico da Novi Ligure va al centro dialisi di Tortona, dove attualmente è operativo anche un turno di dialisi per COVID positivo, con ulteriore impegno del personale. Da Casale Monferrato, 3 volte la settimana, 1 medico va al centro dialisi di Valenza. L’attività degli operatori sanitari è rivolta a circa 200 emodializzati con circa 100 trapiantati di rene trattati in ambulatorio 6 giorni la settimana. Il numero di ricoveri in Nefrologia, ordinari e in day hospital, è circa 400 all’anno. La situazione dal 15 maggio vedrà il numero dei medici da 12 passare a 8 e le capo sala resteranno 2 per tutti i centri.
E’ evidente che con la progressiva contrazione del numero dei medici è impossibile garantire tutto (a Casale Monferrato rimarranno tra breve solo 2 medici, per cui qualche medico da Novi Ligure dovrà coprire dei turni anche a Casale). E siccome il numero di dializzati e trapiantati non è ovviamente nelle disponibilità della politica, e ahimè non si è ridotto, chi ha responsabilità sanitarie, per ragioni legate alla sicurezza dei pazienti che vengono prima delle esigenze della politica, ha proposto il trasferimento dei dializzati di Valenza a Casale Monferrato.
Faccio una domanda e do una notizia al centrodestra.
Con la speranza che a Valenza si riapra il centro dialisi in tempi congrui e con tutte le garanzie a tutela dei pazienti e degli operatori sanitari mi chiedo: perché invece di lanciare proclami l’Assessore regionale e il Sindaco non hanno programmato le soluzioni al problema organizzativo 2 o 3 mesi fa?
Do una notizia al centro destra: è finita la campagna elettorale.