Verso la riapertura delle visite ai parenti nelle Rsa

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Il virus ne ha fatto una strage, portandoseli via in silenzio nel pieno della prima ondata di Coronavirus. Poi le misure restrittive e la necessità di blindare case di riposo ed Rsa per tutelare il più possibile la salute degli anziani ospiti, costretti a non incontrare i propri parenti per lunghi mesi.

E in questi mesi, con non poco sforzo da parte di tutti, si è arrivati a creare le cosiddette “stanze degli abbracci” che, pur divisi da barriere in nylon, permettono un contatto tra chi vive in struttura ed i familiari. Ora, con la campagna di vaccinazione che comincia a dare risultati positivi tra il personale delle strutture e gli stessi ospiti che le abitano, è imminente il ritorno delle visite dei parenti ai propri cari nelle Residenze Sanitarie Assistite.

Una revisione che non deve però essere attuata in modo affrettato e che, grazie proprio ai numeri riscontrati ad oggi con i vaccini somministrati, coinvolgerà anche il settore delle disabilità, rendendo più fruibile il rapporto tra i residenti e le famiglie. Certo per tornare ad abbracciare i propri cari servirà il green pass, che consiste – secondo quanto previsto dall’ultimo ultimo decreto riaperture, da uno di questi tre certificati: di guarigione dal Covid; di completamento del ciclo vaccinale con entrambe le dosi nel caso sia previsto il richiamo; l’attestato di negatività a test molecolare o antigenico rapido, in questo caso valido 48 ore.

"Ad oggi non abbiamo casi di positività nelle nostre Rsa – spiega Roberto Stura, direttore del Distretto Alessandria – Valenza per l’Asl Al -. La vaccinazione tra operatori ed utenti, in fase più che avanzata, sta dando i suoi frutti, anche se la Regione non ha ancora emanato delle note specifiche che ci autorizzino a fare aperture diverse: è probabile che si voglia aspettare ad avere una maggior copertura vaccinale o una green card con tutti i crismi, per mettere tutti in sicurezza ed evitare di riportare dentro il virus".

Nell’Alessandrino si contano oltre 150 strutture, tra case di riposo, Rsa e centri per disabili: è facile che, una volta avuta l’autorizzazione a riaprire alla visite, gli ingressi vengano contingentati.

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