La denuncia

Aggredito agente nel carcere di Torino, Sappe: "Servono fermezza e tolleranza zero"

Dopo l'ennesimo episodio di violenza in carcere, il Sappe ribadisce l'urgenza di contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti

Aggredito agente nel carcere di Torino, Sappe: "Servono fermezza e tolleranza zero"
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Sono ancora in corso gli accertamenti riguardo le motivazioni che avrebbero spinto ieri, domenica 30 giugno, un detenuto di 20 anni ristretto nel Padiglione B del carcere di Torino a colpire brutalmente e ripetutamente al collo un Agente con un violento pugno.

L'aggressione nel carcere di Torino

È senza appello l’atto di accusa di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, alla violenza che si è consumare ieri nel carcere di Torino.
"Quel che è avvenuto ieri nel carcere di Torino è semplicemente incredibile ed inaccettabile: lo Stato non può più assistere passivamente al degrado ed alla violenze di una frangia di detenuti che pensa e crede di poter fare, nella detenzione, quel che vuole. - denuncia Capece - Il detenuto è un soggetto naturalizzato italiano, noto per le sue intemperanze, già ristretto da minorenne e con un passato di aggressioni, inosservanza delle regole ed incapacità di vivere una vita e una detenzione ordinaria e civile. Al collega ferito va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà, mentre si trova ancora in ospedale per gli accertamenti che auspichiamo non abbiano conseguenze gravi".

Il Sappe ribadisce l'urgenza di contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti. "Si è consumato un gravissimo attacco allo Stato ed a chi lo rappresenta in carcere. - aggiunge Capece - Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e della Nazione: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni".

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