Alessandria: uomo picchiato a sangue in via S. Francesco d'Assisi

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ALESSANDRIA - Sei contro uno. Almeno questo è quello che sembra dalle prime testimonianze. Hanno divelto alcuni rami dagli alberi dei giardini pubblici e glieli hanno branditi soprattutto sul capo e sul volto, facendolo poi cadere a terra quasi esanime.

Siamo in pieno centro di Alessandria, in via san Francesco d’Assisi, a neanche 200 metri c’è corso Roma, il salotto buono della città. Ma ieri sera, domenica 31 maggio verso le 21.30, più che altro sembrava di essere nel Bronx.

Scene di guerriglia urbana, un pestaggio forse per un pugno di droga, forse per qualche sorso di birra di troppo, iniziato proprio in quei giardini che ormai da tempo sono diventati la terra di nessuno, o meglio, la terra di spaccio, di risse, di alcolizzati e di chi passa le ore su panchine dimenticate dalla gente per bene, che un tempo da quelle parti ci portava i propri figli a giocare.

Le forze dell’ordine fanno quello che possono: transitano, avvertono, spesso li fanno andare via, ma poi, dopo una manciata di minuti tutto torna come prima, a mettere in rilievo che se davvero si vuole bonificare, c’è bisogno di ben altro che di sole ronde. C’è bisogno di un coordinamento più restrittivo, c’è bisogno di un intervento massivo dell’amministrazione pubblica, c’è soprattutto bisogno di mettere in sicurezza i cittadini, esasperati  e soprattutto timorosi, perché vittime incolpevoli di una situazione ormai portata quasi al limite.

Ieri sera in via san Francesco d’Assisi sono intervenute tre pattuglie dei carabinieri, che hanno raccolto testimonianze, ma soprattutto i tre grossi rami usati dal gruppo che ha percosso il ferito. Pare fossero nigeriani contro marocchini e ad avere la peggio è stato proprio il nigeriano, portato poi in ospedale dal 118 arrivato subito dopo.

Questa mattina su Facebook, al di là dei soliti beceri commenti razzisti, la gente chiede tutela, stanca di segnalare situazioni al limite e chiede soprattutto al sindaco di intervenire con il pugno di ferro e se serve, anche recintando i giardini pubblici. Tutto per dire basta all’impunita anarchia fuorilegge di una parte di città che vorrebbe vivere in sicurezza e in serenità.

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