A ottobre la sentenza per gli alessandrini truffati per acquisto alloggi inesistenti
TORINO - 20 anni di lotte giudiziarie per il sogno di una casa al mare. Sono tre alessandrini raggirati da un faccendiere di origine calabrese, sotto processo a Torino per truffa aggravata. Vendeva alloggi inesistenti.
Da oltre vent’anni tre alessandrini lottano per recuperare i risparmi di una vita investiti nell’acquisto di una casa al mare che in realtà non c’era. Era un bluff, un inganno architettato, per l’accusa da Antonio Fameli, oggi ottantenne, faccendiere di origine calabrese già colpevole di truffa aggravata che mai ha risarcito le vittime nonostante sia stato condannato a farlo.
I truffati però non demordono: più che derubati sono stati privati di un sogno e vanno avanti anche se anziani, uno, morto nel frattempo, ha lasciato il compito a moglie e figlia: “Continuate a combattere contro quest’uomo che da decenni ha in Liguria il centro dei propri affari“, ha lasciato detto prima di andarsene per sempre.
E a Torino è in corso un processo giunto alle battute finali. Il pm ha proposto la condanna dell’imputato a sei anni, la difesa ha chiesto invece l’assoluzione. Il 9 ottobre la sentenza.
I truffati, o loro familiari, sono assistiti e parti civili da Giorgio Romagnolo e Giuseppe Romano, che hanno cercato di bloccare i beni del faccendiere il quale, però, li ha trasferiti alle Canarie, in Brasile e Perú, attraverso una girandola di società.
L’acquisto, sulla carta dell’alloggio al mare era avvenuto negli anni 90. Gli ignari acquirenti avevano stipulato contratti preliminari, però fasulli, perché gli alloggi non c’erano. Il faccendiere e altri personaggi, teste di cuoio e professionisti, sono stati incriminati anche per sottrazione di beni alla confisca, ma questa è un’altra vicenda che non riguarda gli alessandrini.