CUNEO - Riceviamo e pubblichiamo la nota informativa inviata nei giorni scorsi dall'Associazione per la rinascita della Valle Bormida "Valle Bormida Pulita" ai nove Sindaci Cuneesi della Val Bormida in merito alla possibilità di costruire un carcere a Cengio (SV) sull'area A2 dell'ACNA, ora ENI REWIND.
Nota informativa doverosa in seguito a notizie di stampa che ipotizzano la costruzione del carcere provinciale di Savona proprio sull'Area A2, area che evidenzia obiettive criticità così riassunte, previo un opportuno inquadramento conoscitivo dell'intero S.I.N. ex ACNA:
- I risultati dello studio sulla falda sotterranea effettuato dal Servizio Idrologico-Idrogeologico della Provincia di Savona che evidenziano il suo innalzamento fino a sfiorare la quota del piano di campagna, contraddicendo l'impegno ufficiale, preso da ENI-SYNDIAL, di non superare il livello di meno 1,2 metri dallo stesso;
- Le analisi del monitoraggio (anno 2018) eseguite da parte di ENI-SYNDIAL sul percolato che si forma in continuazione per la presenza dell'acqua di falda a contatto con il terreno contaminato sottostante l'Area A2. Percolato costantemente inquinato dalla sostanze organiche di sintesi, anche tossico, nocive e cancerogene, caratteristiche delle produzioni ex ACNA;
- La produzione del percolato dell'intero S.I.N., secondo l'Accordo di Programma dell'anno 2000, firmato dai Ministeri competenti, Regioni Piemonte e Liguria, nonché ENI, avrebbe dovuto tendere a ZERO. Dopo vent'anni non è ancora successo.
- Le barriere a tenuta idraulica garantiscono solo la “riduzione” della penetrazione delle acque di falda nel S.I.N., come dichiarato anche da ENI-SYNDIAL, in particolare i lati “ferrovia” e “portineria”, in periodi di precipitazioni; infatti la falda fluviale passa sempre all'interno del S.I.N. seguendo l'andamento del “paleo alveo”.
- Il rischio idraulico del S.I.N., come evidenziato dagli eventi alluvionali degli ultimi dieci anni che hanno coinvolto, con gravi danni, le opere di contenimento rivolte al fiume. La Regione Liguria, pertanto, ha ipotizzato un drastico intervento sulla briglia di derivazione dell'acqua del fiume posta all'entrata dell'ex Stabilimento. Criticità ribadita dal P.A.I. proprio per la località Genepro di Cengio dove è situata la briglia.
- La presenza, pochi Km. più a monte, della diga di Osiglia-Osiglietta con una capacità di circa 10 milioni di mc. e posta ad una quota altimetrica superiore di almeno mt. 200 rispetto al S.I.N.
- Un carcere provinciale, impone certamente, una notevole struttura edilizia con importanti opere di fondazioni che possono interferire pericolosamente, rendendo più problematica la gestione delle opere di emungimento in continuo del percolato dell'Area A2;
- Se la proprietà dell'Area A2 non sarà più dell'ENI o quanto meno non ci sarà più una responsabilità diretta per la manutenzione delle molte opere e del monitoraggio quali-quantitativo dei pozzi piezometrici che raccolgono il percolato, chi li garantirà, nel tempo, per evitare un ulteriore disastro ambientale ? ….. eredità per le future generazioni.