Centrale del Latte: stipendi di maggio non pagati e stop alla cassa integrazione
A oggi ancora nessun reale interessamento per l’acquisizione della Centrale del Latte. Dipendenti senza copertura contributiva
I sindacati segnalano che lo stipendio di maggio non è stato pagato mentre la procedura di cassa integrazione straordinaria non sarà riconosciuta a causa di un vincolo normativo.
Niente stipendio per i lavoratori
Dopo l'accordo sottoscritto a giugno con il Ministero del Lavoro e con la Regione Piemonte che riguardava sia la Cassa integrazione straordinaria che le politiche attive, nulla sembra essere andato avanti per i dipendenti della Centrale del Latte di Alessandria e Asti.
La Flai Cgil ha infatti denunciato il mancato pagamento dello stipendio del mese di maggio, sebbene fosse stato deliberato dal precedente Cda. “In questi giorni si sono tenuti due incontri con la curatrice fallimentare dove fin dall’inizio ci è stato annunciato che sebbene sia stato fatto l’accordo per la cassa integrazione, per un vincolo normativo previsto dal nuovo codice della crisi di impresa la cassa non sarà riconosciuta poiché sarebbe necessario anticipare un contributo all’INPS per liquidare l’ammortizzatore sociale. - spiega Raffaele Benedetto, Segretario provinciale Flai Cgil - Cosa che proprio in relazione alle nuove norme, ci dicono che non sarà possibile fare”.
“Per la Legge in vigore i lavoratori sono persone sospese dal lavoro e dalla retribuzione a far data dal 6 di giugno, senza copertura contributiva e senza possibilità alcuna di avere un ammortizzatore sociale che consenta loro di "tirare a campare". L’unico modo per accedere ad una copertura economica attraverso un ammortizzatore sociale è la Naspi (disoccupazione) che riuscirebbero a percepire comunicando il recesso del rapporto per giusta causa. Esiste una circolare INPS che riconosce la copertura della Naspi a far data dalla sospensione dell’attività ma ai primi lavoratori cui è stata approvata l’indennità di disoccupazione involontaria, tale condizione è stata riconosciuta dal giorno dopo e non dal 6 giugno generando così un vuoto contributivo e retributivo. Naturalmente faremo sentire le nostre ragioni. Parlavamo di problemi sociali che si sarebbero verificati. Avevamo ragione e oggi ancora di più sull’incertezza anche che lo Stato possa aiutare queste persone. Di fatto gli unici ad averci rimesso il futuro e parte del presente, sono proprio quelle persone che fino a metà maggio hanno lavorato per garantire prodotti sugli scaffali. Questo è inaccettabile”.
Benedetto aggiunge inoltre che non c’è ad oggi nessun reale interessamento per l’acquisizione della centrale del latte se non qualche richiesta da parte di qualcuno di acquisire solo parte della società: "E quindi va bene il marchio, va bene qualche impianto ma ai dipendenti solo un gran benservito. Continueremo a portare avanti la nostra battaglia cercando di garantire un futuro a queste persone oltre che una copertura economica. Non ci daremo per vinti e sebbene diventi sempre più ripida la strada, auspichiamo in una risoluzione della vicenda entro breve".