Coronavirus Piemonte, calano i contagi. Nuova ordinanza dal Presidente Cirio

Coronavirus Piemonte, calano i contagi. Nuova ordinanza dal Presidente Cirio
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TORINO - Nel corso di una videoconferenza tenuta oggi, lunedì 23 marzo, in Regione, viene messa in evidenza una lieve diminuzione dei contagi in Piemonte.

Il fatto che la provincia di Alessandria sia così particolarmente colpita deriva in primo luogo dal contagio partito dalla discoteca "La Cometa" di Sale. Di fatto, la provincia è stato il primo vero focolaio piemontese. Un aspetto sottolineato dall'assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, che esclude ogni altro fattore di tipo climatico o territoriale riguardante l'Alessandrino.

Alberto Cirio è poi intervenuto per quanto riguarda la questione dell'apertura degli studi professionali, per la quale la Regione ha chiesto chiarimenti al Ministero degli Interni. Potranno rimanere aperti solamente gli studi che svolgono un'attività d'urgenza.

Il governatore ha nuovamente espresso la necessità di una linea più dura.

Di seguito le parole del Presidente della Regione Piemonte che, dopo aver avuto la conferma della sua guarigione, si è subito recato all’Unità di Crisi.

«Ritenevo giusto - ha sottolineato il presidente Cirio - dopo quindici giorni, essere presente di persona. Ringrazio il vicepresidente Carosso, che mi ha fisicamente sostituito in queste due settimane e tutti quanti hanno supportato la mia attività a distanza. Oggi abbiamo lungamente discusso anche delle nuove misure di contenimento.

Come sapete, ho firmato un’ordinanza ulteriormente restrittiva, che si può sintetizzare in “chiudiamo tutto ciò che la Regione può chiudere”. Fin dal primo giorno ho sostenuto la linea del rigore per contenere il contagio e in attesa che arrivasse un decreto governativo uniforme per tutta Italia ho voluto, come ha fatto anche la Lombardia, emettere un provvedimento più restrittivo per il Piemonte. La nostra ordinanza dovrebbe essere prevalente anche rispetto al decreto emanato da Roma e siamo in attesa di un parere su questo da parte del Governo. Siamo certi di avere ragione, perché la nostra linea è di chiudere davvero e non accogliere le tante deroghe che abbiamo visto nel decreto. Sia chiaro che non siamo in contrasto con il Governo, ma abbiamo il timore che tutte le eccezioni previste possano portare ad una non chiusura reale. In particolare, con le Prefetture stiamo analizzando la sospensione dell’attività degli uffici pubblici regionali e la chiusura degli studi professionali e anche su questi punti siamo in attesa del parere del Ministero degli Interni».

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