Coronavirus Piemonte, l'Unità di crisi su affermazioni di Roberto Testi e azioni nelle rsa
L’Unità di crisi della Regione Piemonte fa presente che le affermazioni di Roberto Testi riportate questa mattina dal quotidiano La Repubblica non hanno nulla a che vedere con il suo ruolo di presidente del Comitato tecnico scientifico della stessa Unità di crisi, ma si riferiscono a un carteggio di servizio interno tra lui e i funzionari del Sisp di Torino, inserito nel Dipartimento di prevenzione di cui il dottor Testi è direttore.
La mail della quale si discute (come si può desumere dalla semplice lettura dell’oggetto) è una risposta ad una proposta di revisione delle procedure interne del Sisp da lui richiesta viste le criticità emerse nella gestione delle quarantene e dei rapporti con i medici di medicina generale e certamente non ha nulla a che fare con il suo ruolo di presidente del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi.
La risposta e, in particolare, la frase virgolettata “responsabilità diretta su casi in Rsa, Ospedali, Aziende e Comunità” così come le frasi seguenti, non è altro che un suo commento non favorevole ad un organigramma che gli veniva proposto, ritenendo che il Sisp non sarebbe mai in grado di assumere funzioni cliniche (per il quale i medici igienisti non sono formati), né potrebbe assumere un simile carico di lavoro in ragione degli organici ridotti e non sufficienti ad assolvere ai compiti istituzionali.
Che lo scritto non sia altro che una nota interna è poi chiaro quando, nel prosieguo, Testi fornisce altre indicazioni sull’organigramma che, ovviamente, nulla possono avere a che fare con una comunicazione circa il ruolo che la Regione voleva in allora assumere nei confronti delle problematiche delle Rsa. Ruolo peraltro che l’Unità di crisi aveva già esplicitato tre giorni prima con la nota inviata a tutte le Asl in data 27 marzo, nella quale si richiama alle attività di vigilanza e di supporto alle strutture residenziali.
Quanto, in specifico, all’attività dell’area funzionale di coordinamento delle Rsa appositamente costituita in seno all’Unità di crisi, si ritiene opportuno, in questa occasione, ricordare qui di seguito il notevole sforzo compiuto in queste settimane per venire incontro alle esigenze delle strutture per anziani, che hanno una loro autonomia gestionale, non legata alla Regione Piemonte.
Monitoraggio settimanale delle oltre 700 strutture socioassistenziali per anziani del Piemonte: da un mese, ogni settimana vengono censite tutte le Rsa piemontesi con un dettagliato Report da cui si evincono eventuali carenze di operatori (oss, infermieri e medici), stato di salute di pazienti e operatori, possibilità delle strutture di garantire l’isolamento di pazienti sintomatici e positivi.
Un quadro così dettagliato sulla situazione delle strutture per anziani del Piemonte non era mai stato realizzato prima e tale strumento si sta rivelando fondamentale per un controllo quotidiano e puntuale delle Rsa più critiche.
Il report settimanale dettaglia più di 600 strutture, con un numero superiore ai 17.000 dati singoli contenuti. Un’esperienza che sarà mantenuta anche a emergenza superata.
Ogni settimana, inoltre, il Report realizzato viene inviato alle Commissioni di Vigilanza delle Asl al fine di mettere in luce le strutture che rappresentano maggiori criticità al fine di migliorare l’attività delle Commissioni di Vigilanza stesse, le quali settimanalmente trasmettono all’Unità di Crisi un report sulle singole strutture controllate.
Dispositivi di protezione individuale: dall’inizio dell’epidemia, l’Unità di crisi del Piemonte ha distribuito oltre 220 mila mascherine alle Residenze socio assistenziali e 97.250 mascherine alle Residenze strutture socio assistenziali.
Sostegno alla garanzia di personale assistenziale: al fine di evitare che singole Rsa non siano in grado di garantire una presenza adeguata di personale assistenziale, è stata approvata una DGR il 20 marzo che dà la possibilità ai gestori di assumere, esclusivamente per il periodo emergenziale, operatori con qualifiche inferiori.
Grazie a questa delibera ad oggi sono stati assunti più di 700 operatori che hanno garantito il mantenimento dei servizi.
Per favorire il reperimento di personale l’Unità di Crisi ha, inoltre, fatto una manifestazione d’interesse a cui, ad oggi, hanno risposto quasi 150 persone. Queste disponibilità vengono inviate due volte la settimana a tutte le strutture e quotidianamente a quelle con maggiore difficoltà di personale.
Sostegno alla garanzia di personale infermieristico: con ordinanza dell’Unità di crisi del 7 aprile è stato richiesto a tutte le Asl di mettere a disposizione 1 infermiere ogni 20.000 abitanti per garantire attività infermieristica integrativa (e non sostituiva) alle Rsa. Grazie a questa misura quasi 100 Rsa in grave difficoltà hanno potuto garantire un servizio che alternativamente non sarebbero stati in grado di offrire.
Pianificazione settimanale dei tamponi: due volte la settimana viene chiesto ai Sisp e alle Usca la trasmissione dei tamponi effettuati, distinti per singola Rsa, ospiti, operatori, esito tampone e futura programmazione.
A lunedì 20 aprile, è stata compiuto un controllo con tampone su oltre 20.000 persone fra ospiti e Rsa riguardante quasi 400 strutture. Il 60% delle Rsa piemontesi e un terzo fra operatori e ospiti è quindi stato adeguatamente controllato.
Attività di sanificazione: a partire da venerdì grazie all’attività dell’Esercito italiano verrà svolta un’attività di sanificazione in decine di Rsa piemontesi.
Gestione quotidiana di maggiore criticità: ogni giorno l’Area Funzionale risolve le situazioni di maggior criticità lagate alla mancanza di personale, effettuazione tamponi, coordinamento con le Asl, etc.
Bando per l’individuazione di Centri “Solo Covid”: nella giornata di oggi, 22 aprile, verrà pubblicata una manifestazione d’interesse per l’individuazione di strutture per soli ospiti “covid” al fine di ridurre la possibilità di contagio per gli ospiti in Rsa risultati negativi al tampone.