Eternit bis: processo a porte chiuse fino a fine emergenza. Assente Schmidheiny all'udienza
AGGIORNAMENTO ORE 18.15
L’udienza di oggi è stata interamente dedicata alla verifica della costituzione delle parti, ivi comprese, anzitutto, le persone offese. Ultimato l’appello dei presenti e il conseguente deposito dei nuovi atti di costituzione di parte civile, la Corte ha emesso un’ordinanza finalizzata a regolamentare la gestione del processo e l’affluenza all’aula d’udienza, che si celebrerà a porte chiuse, con l’ammissione di soli quindici giornalisti. È stata poi data la parola alle difese dell’imputato che hanno eccepito l’inammissibilità della costituzione di parte civile, in generale, di tutti gli enti e, in particolare, di alcuni di essi in particolare, tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di alcuni Comuni. I Pubblici Ministeri hanno richiamato le decisioni già assunte dal GUP di Vercelli che aveva respinto le questioni di legittimità costituzionale riproposte dalla difesa. È stata quindi la volta delle difese delle costituende parti civili attinte dalle eccezioni sollevate alla difesa dell’imputato, che ne hanno argomentato l’infondatezza. La Corte, ha dichiarato l’assenza dell’imputato e ha disposto rinvio al 5 luglio 2021 sciogliere la riserva sulle eccezioni sollevate.
AGGIORNAMENTO ORE 13.40
Decisione della Corte: si procederà a porte chiuse, salvo tutte le parti rappresentate e coloro che dovranno intervenire man mano. Stampa e tv: non più di 15 persone. Questo in considerazione delle norme anti covid in vigore fino al 31 luglio. Dopo la pausa estiva sarà valutata la situazione per eventuali diverse disposizioni
Sta continuando l'udienza sulle eccezioni della difesa sulle costituzioni di parte civile.
Sono partiti questa mattina da Casale Monferrato alla volta dell’aula magna del campus universitario Perrone di Novara (scelto per motivi di più ampia capienza, considerata l’affluenza e le restrizioni anti Covid) dove si è celebrata in Corte d’Assise la prima udienza del processo penale Eternit Bis: sono cittadini che chiedono giustizia, quelli che – a nome dell’intera comunità casalese – oggi hanno visto prendere il via a un nuovo procedimento penale, dopo 12 anni dal processo per i morti di mesotelioma a Casale Monferrato, che riconobbe il magnate svizzero Stephan Schmidheiny (quest'oggi assente) responsabile di disastro ambientale ma che vide poi il reato prescritto. La Procura chiama, ancora una volta, Schmidheiny a rispondere di omicidio volontario plurimo, con dolo eventuale, per 392 persone.
In aula una rappresentanza di Afeva, l’Associazione Familiari e Vittime Amianto presieduta da Giuliana Busto, che da anni lotta a fianco dei familiari di chi è stato ucciso dalla fibra killer. Al suo fianco c’era anche Bruno Pesce, oggi nel direttivo Afeva ed impegnato fin dal 1979 come segretario della Cgil casalese nella battaglia per dar voce alla giustizia, alla bonifica e alla ricerca sanitaria, il sindaco Federico Riboldi, il suo vice Emanuele Capra e l’assessore all’ambiente Maria Teresa Lombardi. Il presidente del Tribunale di Novara, Gianfranco Pezone, ha predisposto le parti presenti al processo, verificando le costituzioni di parte civile. Un lungo elenco, che contempla persone, eredi di vittime, enti ed istituzioni, fra cui Afeva, Cgil, Uil, Medicina Democratica, Stato, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e molti comuni, tra cui quello di Casale Monferrato. Fuori dall’aula magna erano presenti con un sit in gli attivisti di Afeva, Legambiente e molti studenti: tra le loro mani uno striscione “Ci siamo con cuore, con testa, con coscienza”.