“Mamma ho il covid, ho bisogno di 7000 euro per le cure”: Truffatrice arrestata
GENOVA - “Mamma, ho il covid e sono in pericolo di vita. Ho bisogno di 7000 euro per sottopormi a costose cure”. È questo, in sintesi, il contenuto della telefonata giunta, nella mattina di ieri, mercoledì 28 ottobre, ad un’anziana donna residente a Sturla.
Si tratta della nuova truffa messa in atto da individui senza scrupoli ai danni prevalentemente di anziani, soli, vulnerabili al ricatto psicologico del pericolo di vita corso dai prossimi congiunti e accompagnata dalla stringente e immediata richiesta di denaro che finisce col coartare la volontà della vittima: perché quando ad una persona fragile vengono prospettati pericoli per i suoi cari, non è difficile carpirne la fiducia e costringerle a fare di tutto per aiutare il parente in difficoltà.
Questa volta, però, le cose non sono andate come immaginavano i truffatori. La donna, una signora 73enne, ha intuito che poteva trattarsi di un tentativo di truffa e ha dato l’allarme, contattando la Sala Operativa della Questura.
L’anziana è stata subito rassicurata dai poliziotti del 113 e le è stato consigliato di tenere aperta la conversazione con gli impostori nell’attesa che fosse raggiunta in casa dagli uomini della Squadra Mobile, ai quali avrebbe aperto la porta solo dopo la parola d’ordine: “sono Alberto con la barba”.
E così, il “poliziotto con la barba”, unitamente ai suoi colleghi, ha raggiunto immediatamente l’abitazione dell’anziana e, mentre assisteva alla trattativa telefonica con la sedicente figlia, altri colleghi si posizionavano intorno allo stabile in attesa dei truffatori. La telefonata si è protratta per lungo tempo e, come riferito poi dagli stessi agenti, è stata abilmente portata avanti dalla malfattrice con argomenti persuasivi e dettagli molto verosimili in grado di convincere facilmente una persona fragile e impaurita.
Dopo oltre un’ora, in cui gli autori della truffa hanno mantenuto aperta la conversazione, al fine di scongiurare il rischio che la vittima potesse mettersi in contatto con altre persone, la donna, assistita dai poliziotti della Squadra Mobile, ha assecondato le richieste dei malviventi, dicendo di aver preparato un sacchetto contenente soldi e oggetti in oro, che su loro indicazione avrebbe dovuto consegnare ad un’addetta della banca. Ed infatti dopo alcuni minuti, è giunta una ragazza, qualificatasi come l’incaricata della riscossione. Nei pressi del portone dello stabile, sotto la costante sorveglianza dei poliziotti, l’anziana le ha consegnato il sacchetto. A quel punto, prima che potesse allontanarsi è stata fermata e tratta in arresto dalla Polizia.
La ragazza, E.K., ventenne, di nazionalità polacca, è stata accompagnata presso gli uffici della Questura. La perquisizione personale cui è stata sottoposta ha consentito di rinvenire, occultati nell’abbigliamento intimo, 5000 euro in banconote da 50 e 100 euro. Le indagini, volte a ricostruire i movimenti precedenti della ragazza, hanno consentito di accertare che quei soldi erano il provento di un’analoga truffa, andata a buon fine nella stessa mattinata ai danni di un’anziana donna residente a Campomorone. Anche lei raggirata, in questo caso, con la scusa del finto incidente in cui era stato coinvolto il figlio, il quale se non avesse versato l’ingente somma di denaro, sarebbe stato arrestato.
Cambiano i pretesti utilizzati dai truffatori, ma la tecnica è pressoché identica e sfrutta la vulnerabilità delle vittime, persone anziane e sole che, anche grazie all’abilità di questi criminali senza scrupoli, cadono facilmente in trappola.
Negli ultimi mesi poi, l’emergenza legata alla pandemia da coronavirus è diventata uno spunto per nuove occasioni di truffa: dal parente che ha bisogno di soldi per cure anti-covid, come nel caso appena raccontato, ai finti operatori Asl che cercano di entrare in casa con la scusa di fare il tampone, fino ai finti infermieri che bussano alla porta con il pretesto di sanificare il denaro o offrire farmaci e mascherine.