Piemonte

Gli Agricoltori Autonomi Italiani chiedono un tavolo permanente per l'agricoltura piemontese

Chiesto un tavolo permanente tra Regione Piemonte e tutte le associazioni presenti sul territorio, che si riunisca in incontri mensili fissi

Gli Agricoltori Autonomi Italiani chiedono un tavolo permanente per l'agricoltura piemontese
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La richiesta dell' associazione dopo l'ennesima annata negativa per l'agricoltura piemontese, a causa del clima anomalo e di emergenze sanitarie come peste suina e Blue Tongue.

Un tavolo permanente per l'agricoltura piemontese

L'associazione Agricoltori Autonomi Italiani ha chiesto di convocare un tavolo permanente tra Regione Piemonte e tutte le associazioni presenti sul territorio, che si riunisca in incontri mensili fissi per affrontare il grave stato di crisi che sta interessando il settore agricolo piemontese.

"Va bene l’annunciato anticipo dei contributi PAC e CSR aumentati al 70-80%, ma chiediamo fin da ora che venga riproposto il pagamento degli anticipi al 31 di luglio, possibilità che dipende esclusivamente dal governo nazionale e negli ultimi due anni non è stato approvato. - spiega l'associazione - Chiediamo inoltre lo stato di emergenza economica con conseguente moratoria dei mutui sia per la parte capitale che gli interessi senza essere segnalati, rimodulazione contributi INPS".

L'associazione ha poi sottolineato i problemi causati dalle emergenze sanitarie della peste suina africana e della Blue Tongue che  continuano a minacciare la zootecnia piemontese in modo allarmante. "Le misure adottate sino ad oggi risultano insufficienti e con gravi lacune nella gestione dell’emergenza, quanto fatto per il contenimento dei cinghiali non ha fornito i risultati sperati. - aggiunge l'associazione -  Proponiamo la costituzione di punti di raccolta idonei per la registrazione e smaltimento-utilizzo dei capi abbattuti, un adeguato compenso per ogni capo soppresso ed impiegare il personale militare in modo più efficace.

"Inoltre non bisogna sottovalutare la possibilità che i cervidi selvatici, ad esempio caprioli, possano infettarsi anch’essi con la Blue Tongue creando dei focolai fuori da ogni controllo sanitario. - conclude nella nota - È necessario sostenere le aziende zootecniche nei piani di vaccinazione volontaria per la Blue Toungue con aiuti nel reperimento e contenimento dei costi dei vaccini, controllo degli aumenti ingiustificati dei prodotti sanitari specifici riferiti a queste emergenze sanitarie (vedi caso dei deterrenti previsti dai protocolli sanitari per blue tongue verificatosi da metà agosto con rincari del 40-45 %), spese per analisi del sangue, obbligatorie per le movimentazioni di animali, a carico del servizio sanitario".

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