Green Pass, Viminale: "Controllo documenti sì, ma solo in caso di anomalie"
AGGIORNAMENTO ORE 11.00
Anche la circolare del Viminale firmata dal capo di gabinetto, il prefetto Bruno Frattasi, conferma la possibilità per esercenti e ristoratori di controllare i documenti d'identità, ma solo in caso di anomalie del Green Pass.
“Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione“, si legge nella nota rilasciata dal Viminale - l’avventore è tenuto all’esibizione del documento di identità“.
Il Garante per la Privacy ha risposto al quesito posto dalla Regione Piemonte in merito al controllo del Green Pass effettuato dai titolari dei locali, confermando che “Le figure autorizzate alla verifica dell’identità personale sono quelle indicate nell’articolo 13 del d.P.C.M. 17 giugno 2021 con le modalità in esso indicate, salvo ulteriori modifiche che dovessero sopravvenire”. Tra i soggetti elencati ci sono anche i gestori di bar e ristoranti.
La risposta arriva a poco ore di distanza dalle dichiarazioni fatte dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, durante la sua visita di lunedì a Torino.
"Apprezziamo le parole del ministro Lamorgese sul fatto che non spetti ai gestori controllare i documenti, perché questo andrebbe oltre i loro doveri, ma è bene che si faccia chiarezza: se una persona esibisce un Green Pass di un'altra persona e viene scoperto nei controlli a campione della polizia, un barista non può esserne responsabile e rischiare a sua volta una sanzione. - aveva risposta direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi, alle dichiarazione della Lamorgese - Perciò bisogna intervenire sul quadro sanzionatorio: si modifichi la norma o almeno si diffonda una circolare ministeriale".