I rincari energetici spaventano più del Covid: dal 1° marzo quarta dose ai fragili

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Accanto alla paura – più che plausibile – di ammalarsi ancora di Covid (perché i vaccini hanno dato la vera svolta nella lotta al virus, ma non siamo ancora usciti dal tunnel), l’italiano medio ora si sta concentrando su quanto questo momento post pandemia stia facendo diventare tutti più poveri.

Il focus: la paura di perdere il proprio lavoro e il vergognoso rincaro energetico sta pian piano surclassando “l’argomento Covid”. Inutile negarlo: anche l’indice di fiducia nei confronti del premier Mario Draghi scende di oltre 4 punti. Servono certezze per il domani e, ad oggi, non ce ne sono.

Un dato è poi, ancora una volta, sotto gli occhi di tutti: la curva delle vaccinazioni è, di fatto, in caduta libera così come le prime dosi per i bambini tra i 5 gli 11 anni; mancano inoltre all’appello ancora 500.000 over 50. E mentre in Europa soffia un vento di libertà con l’imminente caduta di tutte le restrizioni in paesi come la Gran Bretagna, in Italia si sta ancora discutendo se e quali veti lasciare dopo la scadenza dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo.

Intanto fa discutere gli esperti la data di riferimento per la quarta dose di vaccino anti Covid, fissata al primo marzo: riguarda la cosiddetta fascia dei fragili che - come annunciato dal generale Francesco Figliuolo – saranno i destinatari privilegiati di quest’ulteriore fase di lotta al Covid. C’è poi chi, nel parterre scientifico, rilancia – invece della quarta dose - un bonus tamponi per chi assiste i fragili e lo smart working assicurato per chi ha la “104”. E poi c’è la nuova terapia monoclonale di AstraZeneca appena approvata dall'Aifa che vedrebbe un primo trattamento da somministrare a scopo preventivo a chi il Covid non ce l'ha ma – prendendolo - rischia di ammalarsi seriamente o di morire.

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