Piemonte

In Piemonte si torna a sparare: vietata la caccia solo a 4 specie

Intanto è stata pubblicata l’Ordinanza del Commissario Straordinario che vieta la caccia al cinghiale in alcune zone anche afferenti all’emergenza PSA

In Piemonte si torna a sparare: vietata la caccia solo a 4 specie
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Il Tar ha accolto l’istanza di precisazione presentata dalla Regione Piemonte al decreto dello scorso 3 ottobre, la caccia resta vietata solo a 4 specie.

Vietata la caccia solo a 4 specie

In Piemonte i cacciatori tornano a sparare: il Tribunale amministrativo regionale ha infatti accolto l’istanza di precisazione presentata dalla Regione Piemonte al decreto che lo scorso 3 ottobre aveva sospeso l’attività venatoria su tutto il territorio regionale.

Al momento, dunque, resta vietata la caccia a 4 specie: la Pernice bianca, la Coturnice, il Fagiano di monte e la specie acquatica Moretta. L’attività venatoria per tutte le altre specie prosegue secondo le modalità indicate nel calendario venatorio regionale 2024-25.

Intanto, a pochi giorni appunto dall’apertura dell’attività venatoria in Piemonte, è stata pubblicata l’Ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, che vieta la caccia al cinghiale in alcune zone anche afferenti all’emergenza PSA. Ed è la Confederazione Italiana Agricoltori Alessandria a mostrare preoccupazione per le conseguenze che un ulteriore stop alla caccia possa comportare.

“Fermarsi adesso andrebbe a vanificare tutti i progressi che sono stati fatti lo scorso anno – ha commentato Daniela Ferrando, presidente Cia Alessandria - Non si può lasciare la proliferazione fuori controllo, ci ritroveremo la prossima primavera con famiglie di cinghiali moltiplicate senza nessun limite. Cia Piemonte chiede chiarimenti e sottolinea che la specie cinghiale da anni risulta essere invasiva. La specie – hanno aggiunto i referenti di Cia - va eradicata dal territorio a cominciare dalle zone infette, e contenuta in maniera urgente dove la Psa non è ancora arrivata. Non condividiamo la scelta di fare un passo indietro rispetto al depopolamento”.

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