Il caso

Maxi allevamento di galline alle porte della Bassa Valle Scrivia: è battaglia

Il sindaco di Castelnuovo Scrivia: "La battaglia non finisce qui, ma è un primo passo avanti a favore di chi si oppone a questa realizzazione"

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Primo stop per la procedura al progetto relativo ad un maxi allevamento di galline ovaiole a Casei Gerola, comune ad una manciata di chilometri dal Piemonte.

La Bassa Valle Scrivia dice "no" al maxi allevamento di galline

La questione è alquanto spinosa: un allevamento intensivo di 210.000 galline ovaiole i cui capannoni dovrebbero essere posizionati a Casei Gerola, nel Pavese, ma a 300 metri dalle prime case di Molino dei Torti, in provincia di Alessandria.

Da una parte c’è chi sta muovendosi per avere tutte le autorizzazioni per procedere in tal senso, dall’altra si prospetta di dimensioni imponenti la levata di scudi del Comitato per la Salute della Bassa Valle Scrivia, nato per dire “no” a questo progetto e pronto a dare battaglia (sempre in modo pacifico) nelle sedi opportune, al fianco dei sindaci di Molino dei Torti, Alzano Scrivia e Castelnuovo Scrivia che, già nei giorni scorsi, avevano partecipato ad un sopralluogo dietro al cimitero di Molino dei Torti, - ma già in territorio lombardo, appunto - dove potrebbe essere realizzato il maxi allevamento proposto dalla società Avigest.

Questa mattina nella sede del palazzo comunale di Casei Gerola si sono incontrati i rappresentanti dei comuni della Bassa Valle Scrivia con i tecnici del proponente e quelli del Comune di Casei Gerola. Assenti tutti gli altri Enti pavesi a iniziare dalla Provincia. L'esame delle osservazioni presentate dai comuni di Castelnuovo Scrivia, Alzano Scrivia, Molino dei Torti in merito alla procedura di Variante urbanistica ha colto nel segno: l'iter procedurale di Variante al Suap (lo sportello unico delle attività produttive) è illegittimo per cui dovrà essere riavviato un nuovo percorso.  E' stato poi certificato l'inserimento nella VAS – la valutazione ambientale strategica .

“Un buon risultato, le nostre osservazioni sono state ascoltate, anche se la battaglia non finisce qui” – ha affermato Gianni Tagliani a nome di tutti i convocati una volta usciti dall’incontro - "E’ questo un primo stop, in sostanza, che senza dubbio “disturba” non poco l’azienda proponente e permette a chi si oppone a questo progetto di prendere altro tempo su una vicenda che vede, al fianco della popolazione della Bassa Valle Scrivia i referenti di molte sigle associazionistiche che fanno parte del mondo animalista ed ambientalista e molti altri sodalizi che hanno aderito al Comitato”.

Quella dove si ipotizza la realizzazione del maxi allevamento sorgerebbe peraltro in una zona alluvionale, dove anni fa morirono pure oltre 19.000 tacchini in una cascina ora diroccata. "Le condizioni di vita cui sono sottoposte le galline negli allevamenti intensivi sono mostruose – spiega Ivana Giganti, presidente del Comitato per la Salute della Bassa Valle Scrivia – e quello che potrebbe sorgere a ridosso della provincia di Alessandria danneggerà non solo quei poveri animali, che spesso si trovano a camminare, per mesi, in spazi inesistenti, sui cadaveri di altre galline, in condizioni igieniche aberranti, ma anche in termini di pericolo di malattie, scarico di emissioni ed odori. Questi ultimi saranno peraltro tutti a carico dei molinesi, che si vedranno pure depauperati del valore economico delle loro abitazioni".

Servizio di Alessandra Dellacà

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