Nucleare: nell'Alessandrino 6 luoghi idonei per il deposito nazionale rifiuti radioattivi
PIEMONTE - Il Piemonte è tra le sette regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale, insieme a Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. In regione, i luoghi idonei sono 8, di cui 6 in provincia di Alessandria: Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento (AL-8), Fubine-Quargnento (AL-14), Alessandria-Oviglio (AL-3), Bosco Marengo-Frugarolo (AL-2), Bosco Marengo-Novi Ligure (AL-1), Castelnuovo Bormida-Sezzadio (AL-13). I restanti 2 invece saranno in provincia di Torino (Caluso- Mazzè-Rondissone e Carmagnola).
I Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente ha approvato la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) elaborata da Sogin. Il deposito permetterà di conservare i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività in via definitiva, è a gestirlo sarà la società statale Sogin. "Trovo assurdo che una scelta di questa portata sia stata assunta senza un minimo confronto con la Regione e i sindaci dei territori. È inaccettabile che da Roma piovano di notte sulla testa dei cittadini piemontesi decisioni così importanti e delicate che riguardano le nostre vite", ha commentato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
Sulla vicenda si è espresso, in maniera critica nei confronti del Governo, Riccardo Molinari, presidente dei Deputati della Lega e Segretario Regionale del Piemonte: "Su un tema così importante e delicato, per le sue implicazioni sia in termini di sicurezza che di ricaduta economica sui territori, il Governo decide di notte, quasi in clandestinità, evitando qualsiasi confronto, mentre tutti i riflettori sono puntati su pandemia e crisi politica: l’ennesimo atto di arroganza ai danni di territori e cittadini. Una decisione inopportuna nei tempi e nel metodo, che scavalca completamente Regioni, Province e Comuni, e individua 67 aree idonee in sette regioni italiane, senza minimamente coinvolgere gli enti locali, i territori e le popolazioni interessate".
"Abbiamo letto il documento tecnico che opportunamente è stato diffuso riguardo alla necessità di individuare un sito nazionale come deposito delle scorie radioattive. Lo prendiamo per quello che è: un documento tecnico che serve ad istruire una discussione", recita così la nota del Partito Democratico della provincia di Alessandria, "politicamente siamo molto preoccupati perché questo territorio è molto gravemente esposto sotto il profilo delle questioni ambientali. Riteniamo quindi impraticabile qualsiasi discussione sul sito finché non vengano sciolti i gravi nodi che riguardano la provincia alessandrina per cui sono necessari investimenti e creare occasioni di lavoro e sviluppo. Insieme con le forze con cui governiamo al livello nazionale e con cui siamo all’opposizione sul territorio siamo e vogliamo essere come PD in prima linea per la difesa e la salvaguardia della provincia di Alessandria".