State a casa: giovani, meno giovani e soprattutto i nonni

State a casa: giovani, meno giovani e soprattutto i nonni
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È un momento complicato. Anzi è pandemia, come ha dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità. Per questo motivo, in queste ore più che mai, bisogna restare in casa. Giovani e meno giovani.

Il messaggio di responsabilità collettiva è rivolto ai 60 milioni di italiani cui viene chiesto di adattarsi e di cambiare i propri stili di vita. D’altra parte, com’è già stato ribadito più volte, ci viene chiesto di stare seduti sul divano, mentre ai nostri nonni – quelli che rischiano maggiormente di essere contagiati con gravi conseguenze per la loro salute – fu ordinato di andare in guerra. Il comportamento, però, va messo in atto alla lettera e da ogni fascia d’età.

E se è vero che, ad eccezione dei casi di comprovata necessità qual è per esempio il fare la spesa, è possibile uscire di casa, è altrettanto certo che sono le persone giovani quelle più adatte – soprattutto in un momento in cui l’Italia ha rallentato e nella maggior parte dei settori fermato le proprie attività – a muoversi in caso di necessità. E allora tutti quegli anziani che hanno dei figli e dei nipoti, stiano al sicuro, tra le loro mura domestiche: saranno i loro cari ad occuparsi di rifornirli di ogni genere alimentare e, nel caso in cui queste persone siano sole, c’è la possibilità di rivolgersi ai propri comuni che hanno attivato servizi gratuiti di “spesa amica”.

La stessa grande distribuzione e i negozi di alimentari al dettaglio sono a disposizione per portare a casa quanto serve. Anziani state a casa: proteggetevi e fatevi proteggere. Anche perché, in un contesto di emergenza, da più parti sono proprio i giovani, cui sono state sonoramente tirate le orecchie perché avevano inizialmente preso sotto gamba la questione Coronavirus, a rendersi disponibili tramite associazioni di volontariato, diocesi e amministrazioni comunali per portare la spesa ai nonni. Anche se non sono i loro.

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