Alessandria, braccianti e sindacalista sotto processo

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ALESSANDRIA - Sono stati sfruttati dai titolari dell’azienda dove lavoravano, la Lazzaro di Castelnuovo Scrivia, ma sono sotto processo. Otto braccianti e un sindacalista rispondono in tribunale ad Alessandria, di violenza privata e tentata occupazione. Negano l’accusa.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Nessuna violenza, solo la richiesta del motivo dei licenziamenti. Tanto lavoro, sfruttamento, comportamenti illegittimi, mancato pagamento di quanto dovuto.
Si difendono davanti al giudice del tribunale di Alessandria gli extracomunitari cacciati dall’azienda agricola di Castelnuovo Scrivia dei fratelli Lazzaro.
Sono otto, rispondono di violenza privata e violazione di domicilio, ma affermano che chiedevano solo informazioni.
Con loro è accusato anche il sindacalista Antonio Olivieri che da anni si batte al loro fianco. Lui ha affermato di essersi limitato a superare la sbarra che delimita il cortile dell’azienda per andare a chiedere conto del cartello su cui era scritto “ Da oggi i marocchini non lavorano più“.
Da tempo i dipendenti lamentavano condizioni molto pesanti di lavoro: 13,14 ore giornaliere, con una paga massima di cinque euro all’ora, neppure non corrisposta negli ultimi due anni, ma solo qualche piccolo anticipo. E l’imputato ascoltato questa mattina ha detto di essere in credito di 6400 euro.
Ciononostante otto braccianti si trovano sul banco dell’accusa. I fatti risalgono al 2012 e ci vorrà parecchio tempo per giungere a una soluzione del problema. Nel frattempo i due Lazzaro, accusati anche di estorsione, hanno patteggiato un anno e sette mesi

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