Quargnento, la Procura insiste: la Patrucco deve essere arrestata
Per la procura di Alessandria, non ci sono mai stati dubbi: Antonella Patrucco è responsabile quanto il marito Gianni Vincenti della morte dei tre vigili del fuoco avvenuta a Quargnento il 5 novembre scorso e come tale, deve essere rinchiusa in carcere come lui e attendere da reclusa il processo in Corte d’Assise ad Alessandria, il cui inizio del 4 maggio è stato attualmente sospeso, dopo che i legali hanno espresso l’intenzione di rivolgersi all’Alta Corte di giustizia, per chiedere l’incostituzionalità della recente norma che impedisce il ricorso al giudizio in abbreviato, in casi che prevedono la pena dell’ergastolo.
Il tribunale del riesame, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta per la Patrucco di arresto per omicidio volontario plurimo, lesioni volontarie plurime, crollo di abitazione, truffa all’assicurazione e calunnia per avere fatto ricadere i sospetti su un vicino di casa, si è riservato di decidere. E quale sarà la sua opinione, la si conoscerà a breve.
La donna, che fin subito dopo la strage ha preso le distanze dal marito è già stata incriminata con giudizio immediato degli stessi reati del Vincenti, ma continua a proclamarsi innocente e di essere sempre stata all’oscuro del piano studiato dal marito, che aveva organizzato tutta la messa in scena dell’incendio della cascina di Quargnento solo per riscuotere i soldi dell’assicurazione.
Ma per la Procura le cose non stanno affatto così e secondo le indagini che ha svolto, le prove anche nei confronti della Patrucco sono evidenti. Ragion per cui, anche lei deve essere portata in carcere.
Sta ora al tribunale del riesame decidere sulle sue sorti e nel frattempo anche all’Alta corte di giustizia per capire che tipo di processo dovrà affrontare la coppia, finita al centro di una storia che ha scosso l’Italia intera.