Novi Ligure, salvataggio Pernigotti: una vittoria di tutti
NOVI LIGURE - Una fabbrica la cui produzione resta in Italia è sempre una vittoria. Prima di tutto per i lavoratori che, dopo essere stati in apprensione per mesi con la scure di un trasferimento il più delle volte impossibile, possono finalmente sentirsi sollevati e tornare alla propria occupazione.
Poi, quando ad essere salvo è un brand simbolo della cultura enogastronomica tricolore, si sente ancora più forte il profumo dell’orgoglio e dell’ingegno italiano.
È il caso della Pernigotti di Novi Ligure i cui dipendenti, insieme alle istituzioni locali e nazionali e ai sindacati, possono dire di avercela fatta. Dopo un anno e mezzo di battaglie e di scontri – anche tra il governo e i fratelli Toksoz -, il nuovo piano industriale presentato a Roma dalla proprietà turca ha convinto tutti: verranno rilanciati i prodotti di qualità fabbricati in Italia e non più in Turchia.
Nello stabilimento di Novi verranno prodotte le creme spalmabili tuttora realizzate in Turchia, ma anche torrone, gelati e praline. In prospettiva si guarda, in sostanza, a due nuove linee e alla ristrutturazione di quelle esistenti. Partner di un percorso che torna ad entusiasmare tutti sono la Spes di Torino e il gruppo Optima di Rimini, titolare del comparto gelati dallo scorso settembre.
L’altra buona notizia per questo marchio fondato nel 1860 è che non ci saranno esuberi fino al 2024 per gli operai, 92 persone con circa un centinaio di lavoratori chiamati nei momenti di alta produzione. Insieme avevano occupato lo stabilimento di viale Rimembranza rivendicando il diritto alla dignità del lavoro: anche il vescovo di Tortona Vittorio Viola, celebrando la messa di Natale 2018 in fabbrica con gli operai, aveva dato un segno tangibile della vicinanza della diocesi di Tortona ai dipendenti Pernigotti.
Ora è tornato il sereno tra gli animi di chi, con tenacia, ha visto finalmente risolversi una vertenza complessa, sulla quale non è mai calata l’attenzione pubblica. “Questo caso dimostra anche quanto sia importante e decisivo mantenere l’unità politica – ha affermato Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di Liberi e Uguali - evitando strumentalizzazioni e fughe in avanti propagandistiche”.
Anche la cassa integrazione, che durerà un anno a partire dal 3 agosto, è propedeutica alla ripresa e al rilancio dello storico marchio novese.