Sfuma trattativa tra Pernigotti e Witor's, dubbi sulla nomina di un nuovo amministratore
NOVI LIGURE - Salta la trattativa tra Witor’s e Pernigotti. Quella che sembrava la pista più calda per il parziale salvataggio del brand dolciario novese, anche se con numeri decisamente ridotti rispetto a quanto auspicato inizialmente dai sindacati, è definitivamente sfumata.
C’è però una novità. Nella giornata di ieri, il direttore finanziario italiano e gli avvocati della proprietà turca hanno comunicato a sorpresa alle rsu dell’azienda, e non alle parti sociali, la decisione di nominare un nuovo amministratore delegato con un contratto triennale. Si tratta di un loro connazionale, già attivo nel mondo alimentare.
“A noi non hanno detto nulla, ci hanno avvisato direttamente le rsu che sono state informate in pochi minuti e di fatto senza poter replicare - spiega Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila Uil -. Il nuovo amministratore aveva lavorato in passato per Mondelez e ha un suo brand di tagliatelle che poi vendeva nel mondo arabo. È stato sottoscritto un accordo con i distributori. Non essendoci rete vendita, si avvalgono di due grossisti, tra cui uno di Bergamo. Pare abbiano già parlato con il Mise inviando il piano industriale. Attendiamo una convocazione”.
La palla passa ora al Ministero, al quale intanto i Toksoz hanno chiesto un altro anno di cassa integrazione, con quella ora in corso ormai in scadenza il prossimo 30 giugno. “Sono curioso di vedere come si porrà il Ministero - prosegue -. Rispetto alla cassa ora in vigore, la proprietà si era presa impegni che non ha rispettato tra formazione, rotazione dei dipendenti e investimenti per oltre 4 milioni. Su che basi chiedono quindi un prolungamento di un anno? Prima va sanata la situazione pregressa e poi si può ragionare sul futuro. Il Mise deve ora tirare fuori gli attributi e comandare le operazioni. Non può essere sempre la collettività a farsi carico di questa situazione”.
E proprio nelle scorse ore, i sindacati avrebbero dovuto incontrarsi con la Witor’s per provare a raggiungere un punto d’incontro rispetto alla proposta della società cremonese, che prevedeva una ripartenza della produzione con 25 dipendenti contro i 57 chiesti dalle parti sociali. Un incontro che, a questo punto, non ci sarà più. “Avremmo sicuramente preferito dialogare con Witor’s in modo da mettere definitivamente da parte i turchi - conclude Crocco -. E non si dica che siamo stati noi a far saltare la trattativa con i cremonesi. Purtroppo, siamo invece qui a parlare di personaggi che non vogliono dare alcuna prospettiva alla Pernigotti”.